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09/2011

Malus I. Lo scoccare delle ore, 16

venerdì 30 settembre 2011

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Ancora furente sprofondato nella sua sontuosa cattedra con una coppa di vino in mano che non riusciva a bere, Malus la guardava accigliato danzare, tra mille ombre e luci che la sfera di cristallo proiettava sulle pareti, chiedendosi come lei potesse riporre tanta speranza nella remotissima possibilità di riuscire a toccare il suo cuore o anche solo il suoi sensi. Il messaggio che lei gli stava mandando era chiaro: uccidere un nemico non è la stessa cosa che schiacciare una bellissima farfalla, ma la la forza che lei aveva rielato di possedere in combattimento non era stata certo quella di una comune fanciulla, né tantomeno di una farfalla. Non c’era bisogno che gli dicesse dubbitare, i dubbi che affolavano la sua mente erano fin troppi, e non per tutti aveva una spiegazione, il colore rosso con cui adesso stava danzando così leggiedra era fuori posto, ma le donava, doveva fare parte della sua natura più intima se era uscito così violentemente allo scoperto. Quello non era nemmeno il colore della primavera, il Principe della Notte si chiese che odore avesse l’estate nei paesi caldi.
Il giorno seguente il Principe della Notte non si fece vedere, forse troppo preso dai preparativi per la fuga da Tenebricus, permettendo in tal modo a Desirée, non solo di allenarsi tranquillamente nella scherma, ma anche di scorazzare liberamente per il castello col suo abito dei sogni. Nel suo girovagare giunse nella stanza degli orologi, di cui Malus le aveva parlato il primo giorno.
Il vano era relativamente piccolo, rispetto alla maggior parte delle re­stanti stanze. Conteneva un unico e gigantesco ingranaggio le cui ruote giravano stancamente muo­vendo un intrico di polverosi denti metallici, su diversi dei quali si ve­devano incisi degli strani simboli astronomici, alcuni apparentemente in­decifrabili mentre altri in latino erano più accessibili.
Gli avvenimenti più importanti riguardanti Tenebricus erano stati iscritti su un lungo asse, che si trovava in basso al centro del meccani­smo, vicende costituite esclusivamente dalle date di nascita e di morte dei Principi della Notte. Un segno però a causa della sua particolarità attirò l’at­ten­zione di Desirée: era posto nell'immediato futuro, non poteva essere che la data prevista per la sua esecuzione. Appena se ne rese conto, cadde in ginocchio tremante rimanendo a lungo a fissare l’asse, ad un tratto come se la tensione avesse ceduto, si accasciò sul pavimento rimanendo immobile.
La guardia si precipitò verso di lei tentando di rianimarla, non riu­scendovi scomparve nel buio per riapparire poco dopo accompagnata dal Principe della Notte visibilmente preoccupato. Malus le si inginocchiò ac­canto, cercò di sentirle il polso senza riuscirci, poi la prese in braccio e la portò via.
Quando Desirée riaprì gli occhi, era in una stanza simile a quella in cui era conservata la sfera, solo più lunga e caratterizzata da polve­rosi scaffali con centinaia di boccette e conteni­tori di vario genere, il resto del vano avrebbe avuto l’aspetto di un attrezzato labora­torio di chimica, se non fosse stato per le molte pergamene e libri sparsi un po' ovunque, in quello che sembrava essere il disordine tipico del Principe della Notte

Malus, I, Lo scoccare delle ore, 16.

mercoledì 28 settembre 2011

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Risalì le scale che portavano alla stanza della sfera di cri­stallo, chiedendosi per quale motivo, quando aveva trasformato la ra­gazza in guerriero l’armatura era diventata rossa e dorata. I colori dei Maghi del Nord erano sempre stati il bianco ed il grigio, però De­sirée proveniva da un altro mondo e tutto poteva essere possibile, quel colore costituiva tuttavia un elemento fuori posto, una nota stonata che non gli piaceva, doveva essere tutto perfetto. Desirée era diversa da come l’aveva immaginata e da come avrebbe dovuto essere. Era meglio studiarla con più attenzione, quelle anomalie avrebbero potuto influire sia pure minimamente sul sacrificio, e per quel fatidico giorno tanto atteso da generazioni, non dovevano esserci imprevisti o errori, neppure minimi. Non le avrebbe dato alcuna possibilità, a lui non ne erano state date.

Desirée lo aveva seguito con lo sguardo, una volta scomparso alla sua vista e presumibilmente fuori portata della sua voce borbotò slacciandosi lentamente l’armatura.
« L’universo non è che un ammasso di materia in movimento, non gliene frega niente di me, o del genere umano. Pascal doveva per forza mettere l’uomo al centro di tutto, fosse anche solo per morire schiacciato come un verme » era finalmente riuscita a togliersi la corazza. « L’unica cosa che c’è di straordinario qui … » si rialzò piano « È il fantastico culo del Principe della Notte » il sorriso smagliante le illuminò il volto.
« Che bel culo che ha! Com’é carino quando s’arrabbia, da non crederci ». Esclamò girando su se stessa per l’entusiasmo. « Carino questo gonnellino, fa un po’ leggionario romano, ma carino » notò sorpresa.
Rimasta sola nella favolosa sala del trono, si guardò intorno, sorrise soddisfatta, i suoi sogni erano tornati, socchiuse gli occhi, stese le braccia, i piedi presero per abitudine la posizione giusta. « Uccello di fuoco! » escalmò, e dato che non aveva le scarpette aggiunse l’ Hip Hop per potere ballare a piedi nudi.
Danzò da sola.  Intorno a lei era tornato il silenzio, ma nella sua mente riecheggiava una musica turbinante, nel suo cuore avvampava il fuoco, era sola al centro della notte, con lei girava l’universo e la terra che tanto intensamente amava. Era un mondo che non le avrebbe impedito di danzare e di volare. Distese le braccia come a volere abbracciare tutto ciò che le stava intorno, incurante delle ombre scure che strisciavano lungo le pareti del castello e dell’oscurità che diventava più intensa, spiccò un salto a ballò come non faceva da anni e con un energia che aveva dimenticato di possedere, se la sua bellezza non era sufficiente per incantare la notte lo sarebbe stata la sua danza, perché era sicura che gli occhi del Principe della Notte la stessero osservando.

Artisti Fantasy

sabato 24 settembre 2011

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Ciao Gente!

Oggi abbiamo deciso di pubblicare una lista di link di artisti fantasy che viaggiando sul web abbiamo incotrato e ci sono piaciuti, li abbiamo scelti in base alla qualità delle opere e alle suggestioni che riescono a creare, abbiamo lasciato fuori gli artisti che ci è sembrato dessero tratti volgari ai loro soggetti.
Questa è la prima parte, ci sono molti altri artisti bravissimi, che pubblicheremo in futuro.
ciao
















http://pe-travers.cghub.com/


Malus, I. Lo scoccare delle ore, 15.

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La stava spingendo verso un pilastro, la ragazza per parare i suoi colpi stava retrocedendo e non se ne era accorta, sembrava non essere abituata a guardarsi attorno durante uno scontro, poco prima che potesse accorgersi dell’ostacolo alle sue spalle, Malus riuscì ad agganciare l’elsa della sua spada incrociando le spade a forbice sbattendola contro il pilastro con le lame di entrambe le spade premute alla gola, adesso il mare non era più calmo nei suoi occhi, cercò di spingere ancora di più le spade, che adesso teneva con entrambe le mani, verso la sua gola, ma lei riuscì a contrastarlo, aveva quasi la sua stessa forza.
Sentiva il suo odore, la primavera era scomparsa, era soddisfatto la schiacciò col proprio peso contro il pilastro. Respirò profondamente, conscio di doversi controllare per non farla a pezzi, la tentazione era forte.
« Non osate mai più sfidarmi, nemmeno con lo sguardo, capito? » Le ringhiò a denti stretti, aumentando la stretta « Non qui nel mio regno sotto le mie stelle ». Non sentiva ancora l’odore della paura, ma qualcosa di più simile alla follia, percepì un insolito gusto in bocca, le loro labbra erano vicinissime, le vide muoversi e sussurrare alla sua rabbia  come a volere incidere le parole nella sua anima.
« Dubita che di fuoco siano gli astri, dubita che si muova il sole, dubita che menzognero sia il vero, dubita, ma non dubitare del mio amore ». Il mare era nuovamente calmo e risplendeva nei suoi occhi solo per lui. Irritato da quell’nuovo affronto, temendo che le parole celassero un incantesimo, la colpì con forza con l’elsa della spada prima al mento e poi il colpo finale sulla nuca, costringendola a cadere in ginocchio, non voleva commettere errori che si potessero rivelare fatali, un altra schermaglia ed avrebbe mirato ad uccidere e questo non doveva essere, perciò disse semplicemente.
« Propongo di rimandare questo duello all’ultimo giorno di vostra permanenza al castello », mormorò qualcosa e l’incantesimo si sciolse definitivamente, lei torno ad essere una ragazza. Desirée, ferita e sconfitta, in ginocchio teneva il capo chino, non reagì. Malus proseguì con rabbia.
« Mi auguro che non vogliate insistere col sostenere di essere una semplice fanciulla ».
Voltate le spalle andò via verso l’uscita laterale, raggiunta la soglia, si fermò dicendo.
« Spero che questo possa servire a farvi riflettere sull’inutilità dei vostri vagheggiamenti mentali e comunque, se l’intero universo dovesse congiungersi per schiacciarvi, voi morireste prima ancora d’accorgervene. Addio mia Signora ».

Malus, I. Lo scoccare delle ore,14.

martedì 20 settembre 2011

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« Adesso avete la possibilità di dimostrare che, oltre a parlare, siete anche in grado di agire. In guardia ».
Desirée impallidì retrocedendo spaventata, non aveva la minima idea di come usare quella gigantesca spada che le pendeva a fianco, con una certa difficoltà riuscì a estrarla, la tenne goffamente ferma con entrambe le mani e si preparò a difendersi da Malus, che si stava rivelando più pericoloso del previsto e certamente imprevedibile,  cosa che l’innervosiva non poco, forse non aveva intenzione di ucciderla, ma sicuramente di farle del male.
Malus sembrava non volerla sottovalutare e si avvicinava con passo felino e cauto, troppo. Desirée ripresasi dallo spavento, come suo solito aveva assunto un’impertinente aria di sfida.
« Stiamo giocando col fuoco? » lo canzonò, Malus non reagì si limitò ad un sorriso beffardo ed attaccò fulmineo, ma lei con uno scatto evitò il colpo allontanandosi con una rapida piroetta, quando lui cercò di raggiungerla dovette scansare un affondo ben assestato, ma fu così abile da allontanare l’arma e tentare subito dopo di colpirla, ma lei non era più dove avrebbe dovuto essere, era scivolata a terra rialzandosi subito con un balzo che la portò a distanza di sicurezza. Malus corrugò la fronte vedendole fare quei movimenti curiosi di un’agilità inattesa.
« Danza classica » gli spiegò lei.
« Vedi » fece qualche passo di danza cercando di mettersi in punta di piedi. Malus chinò la testa nascondendo il volto tra le protezioni dell’armatura per non fare vedere che gli veniva da ridere. Attaccò nuovamente, poteva a muoversi con tale rapidità che lei non lo vide nemmeno arrivare, riuscì maldestramente a parare un colpo senza accorgersi che era una finta e d’improvviso la spada di Malus passò vicinissima al volto della ragazza, che con sua sorpresa non si spostò di un millimetro, ebbe solo un impercettibile guizzo negli occhi che lo fissavano come se fossero loro le spade. Malus rimase immobile col braccio teso, meravigliato dai nervi d’acciaio dell’avversario.
« Non sei troppo vicino? » gli chiese lei sfiorandolo con la spalla, per un istante gli occhi furono fissi gli uni negl’altri, vere fredde lame.
Malus sentiva il suo odore, non era quello della paura che si aspettava, profumava di primavera e di mare… di libertà, nei suoi occhi chiari risplendeva la quiete dell’oceano prima della tempesta, lui odiava il mare che lo teneva prigioniero e ancora di più la tempesta. Il dolore si mutò in rabbia, la afferrò con la sinistra scaraventandola per terra di modo che si facesse male.
« Alzatevi! » Le intimò, avrebbe provato la paura ed il dolore, lei si alzò incerta senza dire niente, zoppicava doveva essersi fatta male cadendo, si mise in guardia poco convinta, quasi rassegnata. Inclemente il Principe della Notte attaccò, ma poco prima che il suo fendente andasse a segno, vi fu un guizzo e l’improvvisa parata, parò tutti gli altri colpi in un vorticoso roteare di spade, i movimenti erano impacciati ma funzionali. Il fatto di non riuscire a colpirla come previsto non faceva che accrescere la rabbia. Era talmente concentrato sulla ragazza che la magia che l’aveva mutata in uomo gli sfuggì di mano e la natura riprese il suo corso, le sembianze di lei stavano tornando ad essere nuovamente femminili, lasciò andare l’incantesimo, serviva troppa forza per tenerla legata ad uno stato innaturale, preferì concentrarsi sul duello.

Sorry

sabato 10 settembre 2011

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Ci scusiamo per il ritardo ma  tornati dalle vacanze abbiamo trovato l'adsl schiattata, forse troppa solitudine, senza di noi viene lo sconforto. Possibile pure sbalzo di corrente, o guasto tecnico.
adesso però siamo tornati!!!

Malus.I. Lo scoccare delle ore, 13.

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Il Principe della Notte ascoltava sinceramente annoiato, reprimendo uno sbadiglio, commentò.
« Questa non è farina del vostro sacco, ripetere semplicemente quello che avete sentito dire nel vostro mondo senza neanche averlo capito. Voi attribuite tropo valore a fenomeni della natura come la morte e vi fate trascinare da suggestioni mentali e miti di gloria ben superabili… ». Desirée non si dava per vinta facilmente, perciò dato che aveva preso la strada della filosofia, pensò di contrattaccare con la pietra miliare del pensiero Occidentale: Cartesio.
« Penso, quindi sono ». Malus però la guardò con sufficienza e sopportazione, dicendo.
« Ma… perché, questo voi lo chiamate pensare? ».
E dopo aver mormorato alcune parole misteriose puntò l’indice su Desirée, che fece appena in tempo ad emettere un grido soffo­cato, prima di rendersi conto di es­sere stata vittima di un incantesimo.
« Che è successo? Che mi hai fatto? »
« Ho risolto il vostro, se pure sarebbe più appropriato dire: ciò che voi credete essere il mio problema », ri­spose con aria flemmatica e resosi conto che Desirée non capiva, aggiunse.
« Signora, vi ho trasformato in un guerriero… maschio, in tal modo non sarò costretto ad uccidere un fragile essere inferiore, ma un mio pari, il ché renderà la mia vittoria indiscutibile, e in aggiunta mi consentirà di divertirmi un po’.»
Desirée intanto si guardava le mani e le gambe, incredula di non avere più il suo corpo.
« Vuoi dire che io adesso sono un uomo? », non poteva essere vero, un conto era cambiare i vestiti, un conto la persona, era così potente come mago?
« Certo », ma vedendo che Desirée non riusciva ancora a capacitarsi del cambiamento, con uno schiocco di dita le fece apparire davanti uno specchio. Desirée guardò sbigot­tita l’immagine riflessa, vide dinanzi a sé un giovane uomo dalla figura slanciata, i capelli lunghi legati sulla nuca, con indosso una splendente armatura dorata dalla quale uscivano i seguiti di un abito rosso fuoco.
« Mia signora, posso permettermi di farvi notare che nessun uomo d’armi controllerebbe con tale cura che l’armatura ricada senza fare difetto sul fondo schiena? »
Colta sul fatto, Desirée si voltò di scatto con un certo im­barazzo e sorridendo disse.
« Io sono più carino di te ».
« Difficile, comunque decisiva in un duello non è certo la bellezza, quello è un campo di battaglia femminile, decisamente inutile ».
Rispose alzandosi e poggiando la mano sull’elsa della spada che por­tava a fianco. Solo allora Desirée si rese conto che Malus non indos­sava la sua solita lunga tonaca, ma un corpetto di camoscio con dei pantaloni blu scuro. Scendendo i gradini del trono mormorò alcune parole e gli comparve indosso un imponente armatura dal colore della Luna nelle notti d’inverno.