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10/2011

Recensioni

domenica 30 ottobre 2011

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Ciao gentile viandante del web,
in preda alla noia incalzante (Qui non succede mai niente, dopo essersi scannati come matti, da queste parti regna la quiete assoluta, pare che adesso dialoghino...boh), abbiamo deciso di aprire una nuova rubrica:RECENSIONI.
Scriveremo le recensioni dei libri che ci sono piaciuti di più. Quelli del vostro mondo ben inteso, perchè qui abbiamo una bibblioteca, dove entrare è facile, uscire un po' meno, è labirintica.
Parleremo solo dei libri che ci sono piaciuti, perchè non è bello parlare male degli autori, è contrario alla nostra bella etica professionale, siamo mostri non pettegoli e poi può sempre darsi che quello che a noi fa schifo a qualcun altro piacia.
Avremmo voluto avere il sostegno del nostro autore per questa nuova rubrica, ma come al solito si è defilato, non è molto presente. Meglio gli autori hanno uno strano modo di vedere le cose.
Non commenteremo solo libri fantasy ma tutto ciò che ci capita tra le zampe e ci piace... come detto abbiamo molto tempo per leggere, inoltre la lettura on-line ha per noi di positivo di evitare che qualcuno tra i presenti poco soddisfatto della lettura e affamato si possa mangiare il libro prima che gli altri abbiano finito di leggerlo.
Qualcuno potrebbe dirci come finisce Il Nome della Rosa? Qui si sono mangiati la fine del libro, pare che non procedesse con la velocità sperata, oltre ai famelici, abbiamo anche gli ansiosi che non sanno aspettare la fine. Il pendolo di Foucault ha fatto una fine ancora peggiore, pare che non abbiano retto le trenta pagine o quante erano di descrizione del museo... come detto la pazienza non è una virtù mostruosa.
A presto gentile lettore.

Malus I. Il drago, 2.

venerdì 28 ottobre 2011

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Dopo poco si ritrovò circondata dai piccoli mostri, che la salutarono allegramen­te.
« Ciao bella bimba ».
« Chiedo venia nostra Signora, possiamo ardire di domandare dove siete diretta? »
« Veniamo anche noi »,
« Come mai alcuni di voi parlano bene ed altri no? » s'informò, di­vertita dal loro modo di fare.
« Alcuni di noi sono scemi », fu la scontata risposta, se non altro erano sinceri.
« Il nostro padrone non ci ha fatto tutti uguali, ma ogni volta ha cer­cato di perfezionarci...».
« Il ché ovviamente non gli è sempre riuscito, come potete constatare di persona. Io mia signora sono 32, il loro capo », l'interruppe orgoglio­samente uno dei più grossi.
« Veramente questo lo ha deciso lui », intervenne timi­damente un al­tro, poco prima di essere aggredito da 32. Tutti gli altri decisero di presentarsi a Desirée nominando il proprio numero.
« Volevo fare una passeggiata all’aria aperta sulla sco­gliera » disse Desirée, quando i mostri ebbero finito di presentarsi.
« No, no, è pericoloso » fu la risposta corale.
« Bimba non può andare », disse 35.
« Sentiamo, perché? »
« C' è il drago », le spiegò con fare spaventato 74.
« Se Malus lo ha fatto con lo stesso criterio con cui ha creato voi e gli altri mostri, non c' è molto da temere ». In quel momento stava pensando al serpente baffuto.
I mostri si agitarono tutti, finché uno di loro non riuscì a spiegarle.
 « Lui è ai servigi del nostro pa­drone, ma è un drago nato da draghi ».
« Fantastico, un drago vero:andiamo! C’è chi in cantina tiene un U-Boot e chi un drago. Tutto il mondo è paese », esclamò Desirée entusiasta, poter vedere un autentico drago non capita davvero tutti i giorni. Si avviò saltellando di gioia verso il basso seguita dai mostri riluttanti tra proteste e parolacce varie.

Malus, I. Il drago, 1.

sabato 22 ottobre 2011

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Rimasto solo, Malus si lasciò cadere sul sofà, sorreg­gendosi il capo con le mani. Non sapeva perché era scappato, ma era stata la cosa giusta. Era sollevato che Desirée fosse andata via, non sarebbe più riuscito a na­scondere a lungo la sua debolezza, aveva la febbre e non voleva darlo a vedere. In principio non vi aveva dato molto peso, ma adesso andava peggiorando d’ora in ora e l’avere por­tato in braccio la ragazza, gli aveva tolto le ultime forze. Aveva ancora in mente gli occhi della ragazza, quell’espressione enigmatica… aveva qualcosa di particolare, non si era mai sentito così, quel tono di voce, come potevano gli occhi di una ragazza fargli cambiare così facilmente umore, che si fosse trattato di un tentativo di seduzione? Rise, non sapeva bene cosa fosse la seduzione, ma se pensava di sedurlo era proprio sulla strada sbagliata, non aveva idea di quanto disprezzasse la sua maledetta stirpe di fattucchieri e quanto odio covasse. Era una soluzione troppo semplice per potere funzionare.

Si distese sul divano, il tragitto fino alla camera da letto gli appari­va troppo lungo e per trasformarsi in uccello gli mancavano le forze, suo malgrado sarebbe dovuto ricorrere all’aiuto delle ombre, erano i suoi sudditi, ma li detestava, meglio loro che gli Alp.



Il drago

Un’ombra scura si aggirava silenziosa nel labirintico intrico di scaffali della biblioteca, cercava instancabile qualcosa, ogni tanto si fermava come a guardarsi attorno e poi riprendeva la ricerca.
Fuori del castello la notte era più nera del solito, soffocata da una coltre di silenzio, trafitta da occhi di fuoco.

Quella notte Desirée ebbe un sonno agitato, dormì poco. Infine, non riuscendo a riposare, si alzò, tanto più che nel regno delle tenebre non aveva senso attendere il mattino. Si vestì, indossando un completo da paggio dai colori sgar­gianti, evidente­mente l’unico abito femminile senza gonna che Malus era in grado di concepire, e preso lo zaino, lasciò la camera.

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 18.

sabato 15 ottobre 2011

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« Effettivamente la cosa mi stupisce non poco, oserei dire in aggiunta che mi preoccupa », fu la distratta risposta.  Desirée sembrava serena, ma era qualcosa di simile alla quiete nell´occhio del ci­clone. La ragazza risplendeva in tutta la sua bellezza, i capelli scuri brillavano alla luce delle candele come se fossero cosparsi da piccolissimi rubini, la pelle riluceva simile all’alabastro sotto i raggi del Sole. Nei grandi occhi di cielo vi era qualcosa di strano, molto strano. Il suo fascino in quel momento era troppo accentuato per potere essere frutto della natura, ma il Principe della Notte, abituato fin dalla nascita alla magia, non se ne rese conto e la lasciò avvicinarsi.
« Sei sicuro di quello che vuoi? » gli disse con voce suadente, venendo verso di lui, il volto aveva una serenità angelica, solo una leggera ruga sulla sua fronte rivelava l' intensità dei suoi pensieri. Malus quando se la trovò accanto, fece un salto indietro, portandosi al sicuro dietro una voluminosa boccia di vetro verde, aveva capito che mirava a sedurlo e doveva stare in guardia, lontano da lei.
« Codardo! », imprecò la ragazza, che parve avere ri­acquistato l’abituale irriverenza, agguantò con rabbia le ampie sottane voltandogli le spalle ed uscì dalla stanza sbat­tendo la porta.
Fuori della porta l'attendevano i mostriciattoli, con un gesto di rabbia sollevò la ruota della gonna facendola apparire gigan­tesca, ordinando.
« Sparite! »  e s’allontanò lungo il corridoio.
Tornata in camera si trovò dinanzi lo specchio, colpevole d’averle mostrato già una volta ciò che non voleva vedere, bella come non lo era mai stata, le sembrò di non riconoscersi più. Gli occhi s’infiammarono, con un pugno infranse lo specchio distrug­gendo la propria immagine ed al contempo l’unico testimone dell’altra sua natura.

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 17.

sabato 8 ottobre 2011

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Era sdraiata su un sofà di velluto blu ricama­to in verde, poco distante Malus era intento a mescolare un intru­glio, accortosi che si era svegliata, disse col solito tono freddo e di­stante.
« Comincio a credere che la parte più resistente del vo­stro corpo sia la lingua ».
« Se può consolarti, ti assicuro che se fossi rimasta a casa mia, a questa ora scoppierei di salute. Mi è venuto un colpo vedendo la data della mia morte.»
« Più che un colpo, come lo definite nel vostro pittoresco linguaggio popolare, oserei asserire che dovrebbe essersi trattato di un collasso o qualcosa di af­fi­ne », senza attendere una risposta girò intorno al ripiano per occu­parsi di un liquido giallastro che ribolliva in una boccia di vetro. Sembra­va che lo sguardo di Desirée puntato su di lui non lo infastidisse.
« Come puoi essere sicuro di essere un grande mago, se non hai nemmeno trent’anni? », domandò Desirée dopo alcuni minuti. Malus preferì non spiegarle che le tacche che aveva visto non si riferivano ai singoli anni, bensì ai decenni, e che non si trattava di trent’anni bensì di trecento. Trecento anni di totale solitudine per l’appunto. Nascondendo il peso che gli soffocava il cuore, rispose fingendo un tono di sopportazione.
« Se non sbaglio nel vostro mondo, siete qualcosa di simile ad un mago, pur essendo più giovane di me. Credo lo definiscano scienziato ». Le rispose, facendo uno strano cenno verso la porta, come se volesse chia­mare qualcuno.
« Ma non ho mai sostenuto di essere uno dei migliori », protestò Desirée, Malus le sorrise bonariamente, in fondo gli piaceva chiacchierare di cose così stupide.
« No, ma ne siete fermamente convinta », stava per ribattere, ma fu distratta dalla porta che si apriva.
« E quello che cos' è? », domandò Desirée vedendo en­trare a saltelli una strana creatura.
« Non ditemi, che non avete mai visto un serpente? »
« E perché non striscia per terra? »
« Non saprei, pensavo che bastasse non fare le zampe ai serpenti affinché strisciassero, a quanto pare non è così », rispose Malus distrattamente, mentre afferrato per la testa il serpente, dopo avergli aperto la bocca, premeva i denti del veleno sulla tela stesa su un contenitore in modo da poterne racco­glierne il siero.
« Forse, gli hai fatto la spina dorsale troppo rigida ».
« No », rispose Malus « Vedete » disse premendo la mano sulla testa del serpente che si piegava come una fisar­monica sotto il peso della mano. « Deve dipendere da qualcos' altro ».
« Anche i baffi glieli hai fatti tu? ».
« Si, mi sembrava che i serpenti avessero un aspetto troppo monotono. Una striscia a chi può essere venuto in mente un animale simile? ». Desirée seguì con lo sguardo il serpen­te baffuto, che usciva dalla stanza saltellando sulla coda, poi domandò a Malus.
« Credi che io potrei imparare ad usare la magia, con la stessa velocità con la quale tu impari ad usare la lingua? ».
« La mia, Signora, è semplicemente legittima difesa, dato che detesto essere battuto, sia pure verbal­mente », precisò garbatamente Malus.
« Abbiamo molte cose in comune a quanto pare » disse Desirée avvicinandosi con fare civettuolo.