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01/2015

Fantasy = Non cultura?

venerdì 9 gennaio 2015

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Qualche tempo fa, non ricordo bene dove, ho letto dei buoni consigli per gli autori esordienti del genere fantasy, però da allora c’ è una vocina che mi dice che c’era qualcosa fuori posto: la frase “troppa cultura”, (potrebbe essere che si riferisca al mio romanzo). 
Da quando la presenza di “cultura” in un libro è un difetto? Ho pensato di prenderlo come spunto per scrivere questo post, perché ho il sospetto che dietro osservazioni del genere vi sia la strisciante la pretesa che i libri fantasy debbano essere semplici storie di violenza, scannamenti e sesso, eppure chi conosce il genere sa che non è così.
Bisogna però ammettere che in nessun altro genere letterario si trovano con la stessa facilità osservazioni del genere, salvo poi lamentarsi che il fantasy viene bistrattato e considerato letteratura di seconda categoria. Vogliamo forse condannare chi ha scritto “L’eleganza del riccio” o Umberto Eco perché mettono troppa cultura nelle proprie opere? Fu proprio quella che volgarmente viene definita la “donna dei cessi” di dove lavoravo a consigliarmi di leggere L’eleganza del riccio una persona che ho molto amato e le sarò per sempre grata del suggerimento, ma questo fa capire che la capacità di capire la portata di un’opera dipende dal proprio bagaglio personale.
Per quanto mi riguarda, dato che sospetto che il riferimento possa riguardarmi, volevo precisare che la presenza di “cultura” nel mio Malus non è per mettermi in mostra, penso che si capisca anche dai miei personaggi che sono un po’ associale. La cultura fa semplicemente parte del mio mondo e più nello specifico è uno degli elementi portanti della trama del romanzo, il cui intento principale è di fare capire l’importanza della cultura per la libertà degli individui e della società. Per questo Malus gioca molto con lo scomporre e ricompare luoghi comuni e convenzioni sociali, perché in fondo è un attacco al potere, o meglio ad alcuni poteri forti, col chiaro intento di demistificare le loro bugie e pretese, eliminare il fumo che gettano negli occhi, e sembra che io ci sia riuscita, dato che sono già partiti i primi attacchi e le ritorsioni.
Il sapere è potere, non è un caso se in contemporanea con l’attacco ai diritti civili si stia distruggendo la scuola, i nuovi schiavi non devono sapere di esserlo. Bisogna far credere che basta ragionare un po’ sulle cose della vita per uscirne vincenti, ma non è così. So che a molti non piacerà, ma non è così.

Je suis Charlie

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Je suis Charlie

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Una risata vi sommergerà

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