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06/2011

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 5.

sabato 25 giugno 2011

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« Se non vuoi rispondere alla mia domanda basta dirlo. Oltre ad essere maligno, sei anche associale ».
« Sono dolente di dovervi nuovamente contraddire. Terrei, infatti, a rilevare che in fatto di malvagità i vostri ante­nati hanno di gran lunga superato i miei, inoltre non mi potete tacciare d’asocialità, quando mi distanzio semplicemente dal volgo, facendo la parola "associale" evidente riferimento ad una persona che vive al di fuori della società, incapace di integrarsi, invece io, rappre­sentan­done l’apice, ne sono perfettamente integrato, nel senso più puro dell’ari­stocrazia, intesa come il comando dei migliori, o dalle vostre parti preferite affidare la guida della società ai peggiori », sorrise pienamente sod­disfatto, vedendo che, so­prattutto l’ultima parte del suo discorso, non era piaciuta af­fatto alla sua ospite e che se l’era cavata abbastanza bene nella disputa verbale.
« Mai sentito parlare di democrazia, vero? ».
« No, ma già il nome non promette niente di buono »
« Tanto per cominciare Amleto era un principe ».
Malus la guardò sinceramente stupito.
« Scioccante e per quale motivo faceva di questi discorsi estraniati? » Il modo di ragionare di Malus sfuggi­va a quanto Desirée aveva conosciuto fino ad allora, probabilmente era dovuto alla lunga solitudine e mentre cercava una risposta o come sin­tetizzare in modo comprensibile al suo interlocutore un intero dramma sha­kespeariano, Malus trovò da solo la risposta.
« Presumibilmente non aveva ricevuto un’educazione adeguata al suo rango, che di conseguenza gli avrebbe fornito una valida spiegazione a tali futili do­mande, evitando probabilmente che gli venissero in mente ».
« Oppure, Amleto ha avuto il coraggio di porsi alcune domande », controbatté Desirée, sicura di sferrare un colpo basso a Malus, ma non fu così perché con la solita flemma questi rispose.
« Terrei a sottolineare che per porsi e porre delle domande non c’è assolutamente bisogno di coraggio, ma unicamente d’acume mentale, di conseguenza più che un coraggioso questo povero disperato dà l’impressione di essere stato uno che sicuramente non conosceva se stesso, perché, vedete mia Signora, il nostro vissuto è estremamente breve, come è limitato il pezzo di terra dove si vive, ed è breve anche la più duratura fama preso i posteri, tra l’altro tramandata da generazioni di omuncoli condannati a morire senza nemmeno avere conosciuto se stessi, quindi è perfettamente inutile aspettarsi che siano in grado di comprendere una mente eccelsa. Onde per cui questi dubbi sono inutili affanni dell’anima che affliggono gli omuncoli disorientati.  Era d’aspetto sgradevole? » Desirée lo guardava sbalordita.
« Che c'entra questo? No, anzi pare che fosse un gran bel figliolo. Certo che definire Amleto un omuncolo disorientato è il colmo. È il tormento, il dramma dell’esistenza umana… », adesso Malus la guardava più perplesso che mai, quelli erano turbamenti che avrebbero potuto venire a lui, rinchiuso in un castello isolato dal resto del mondo, ma non ad un altro principe bello e libero di godersi la vita. Il mondo al di fuori di Tenebricus sembrava veramente strano e questo avrebbe potuto incidere sui suoi piani. Comunque la ragazza con la sua parlantina era una stupefacente fonte d’informazioni.
« E come si è concluso? » s’informò.
« Con la sua morte ». Malus fece una smorfia compiaciuta.
« È come ho detto inizialmente: tutti affanni e pene inutili, caratteristiche di una mente annoiata, poco istruita dominata da un’anima semplice ».

Spiegazione per Kekko

giovedì 23 giugno 2011

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Il nostro nuovo amico Kekko ci ha chiesto una spiegazione sui contenuti, effettivamente forse abbiamo un tantino incasinato la pagina Facebook e il blog.

Dunque come detto nel profilo abbiamo aperto il blog e la pagina di Facebook una volta finite le avventure narrate nel romanzo Malus, perché ci annoiamo e cerchiamo nuovi amici e ci piacerebbe sentire la loro opinione su quanto ci é successo, pertanto se volete potete ancora intervenire sul romanzo o chiedere spiegazioni, pensateci é un occasione unica, potete commentare e intervenire su un romanzo prima che venga chiuso e pubblicato definitivamente.

Allora, i post che iniziano con ” Malus, I. ” sono i pezzi del romanzo che qui pubblichiamo a puntate che racconta la nostra storia ( noi non ci siamo fin dall’inizio, perché, anche se non ci piace dirlo, noi non siamo i protagonisti principali ), l’inizio del libro si trova al post: Inizio: Malus I, Il racconto del giullare 1. ,

Poi per fare capire meglio, quando nel romanzo appaiono creature strane come gli Uomini Ombra o gli Alp noi aggiungiamo le spiegazioni, così che si capisce meglio con quali inquietanti esseri ci tocca convivere.

Sui contenuti, vale a dire la trama fino a dove siamo arrivati: Inizia tutto nel nostro mondo la Terra di Mezzo ( Abbiamo messo un’immagine dei nove Mondi sotto la voce Casa:Midgard ) con un misterioso e inquietante messaggio che viene intercettato dal mago Gilduin al Santuario delle Quattro Querce del quale non si capisce molto se non la parola Penumbra. Il mago pur non avendo capito bene di cosa si tratta si mette in agitazione e avverte gli altri maghi.

Intanto molto lontano tra vette irraggiungibili si sono riuniti i draghi intorno al più anziano di loro: il vecchissimo Tages, sono molto inquieti perché gli uomini hanno costruito un’ altra potentissima arma che può distruggere la Natura di tutta la Terra di Mezzo, così decidono di mandare uno di loro a recuperare e distruggere quest’arma: il giovane drago Penumbra. Se Penumbra non dovesse riuscirci distruggeranno il genere umano per liberare la Natura  dai suoi figli degeneri.

Quest’arma micidiale dove pensi che possa essere? Ce la siamo trovata in casa noi, perché il nostro splendido padrone il Principe della Notte (sia lode a lui)  è riuscito a metterci su le mani, quindi è nascosta da qualche parte qui a Tenebricus ( poi c'è chi vorrebbe vivere da queste parti!). C’ è solo un piccolo particolare, per farla funzionare e quindi potere anche spezzare la maledizione che lo tiene rinchiuso qui, deve bagnarla col sangue dell’ultimo discendente della dinastia dei maghi che l’hanno costruita, che sarebbe appunto la ragazza che lui ha rapito e che è un po’ diversa da come lui se la aspettava, diciamo che è una ragazza di oggi, ma cosa che il nostro splendido ed ineguagliabile padrone non sa è che anche lei ha ricevuto il messaggio che ha intercettato il mago Gilduin…

Speriamo di essere stati chiari, se non ci siamo spiegati bene dicelo, se qualcosa non si capisce è colpa di chi scrive. Noi siamo molto contenti di avere un lettore giovane, sono i migliori, più obiettibi.

E ancora un profondo grazie per essere venuto a trovarci gentile Kekko

Malus,I. Lo scoccare delle ore, 4.

mercoledì 22 giugno 2011

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Vista con animo sereno la camera era ac­cogliente, piccola e straripante di libri, che ricoprivano ogni superficie piana disponibile, fatta eccezione per una roccia sulla quale poggiava la sfera di cristallo.
Il Principe della Notte, indossava un lungo abito di seta blu scuro trapunto con piccoli zaffiri, se­deva ad uno scrittoio po­sto quasi di rimpetto alla porta, vedendola entrare si alzò per salutarla
« Buon giorno mia Signora. Spero abbiate dormito bene e vi siate ri­presa dallo spavento ».
« Sì, grazie » rispose Desirée chinando il capo timidamente. « Sono venuta per ringraziarti per quanto hai fatto per me ieri sera. Ti devo la vita...». Glaciale come al solito il Principe della Notte non rispose immediatamente, solo dopo un po’ disse.
« Non dovete ringraziarmi, sapete benissimo che non l' ho fatto per il vostro bene. Piuttosto sono io a dovervi chiedere umilmente perdono per non avervi accolto fin dall'inizio nel modo dovuto ed avervi esposto alla famelicità dei mostri. Il mio è stato un comportamento poco nobile che non trova giustificazione alcuna. Non potrei disprezzare i vostri an­tenati per avermi condannato prima ancora che nascessi, se io stesso agissi in modo simile nei vostri con­fronti ».
« Io non ti avrei mai condannato, sei tanto carino », rispose lei con fare accentuatamente imbarazzato e civettuolo guardandolo con grandi occhi chiari e sbattendo le lunghe ciglia, ma quest’ultima osservazione non piacque molto al Principe della Notte che, infastidito dai modi leziosi, le volse seccato le spalle, ripensando all’odio che lo aveva pervaso la notte prima, avrebbe dovuto allontanarla, ma la lunga solitudine aveva raggiunto un peso insopportabile, faceva persino fatica ad articolare le parole, non avendo mai parlato ad alta voce con alcuno, l’unica cosa che aveva pronunciato erano formule magiche, e quando lei parlava troppo velocemente aveva qualche difficoltà a capirla prontamente. Pur essendo un nemico, era qualcuno con cui parlare, non avrebbe ricevuto risposte scontate come dagli Alp; inoltre il pensiero che lo inquietava maggiormente era che una volta fuggito da Tenebricus avrebbe dovuto confrontarsi con gli altri regnanti e condottieri anche verbalmente, pertanto decise di intrattenersi con lei, tanto più che aveva letto che parlare con le donne è più difficile essendo prive di ogni logica e buon senso, quindi era un buon allenamento, così rispose secco.
« Vi ringrazio per il complimento, un po’ scontato, ma indice di cortesia » Si rimise a sedere riprendendo a scrivere. Forse fu uno sbaglio, poiché, se non l'avesse fatto, si sarebbe accorto che Desirée aveva uno sguardo particolare.
« Di cosa parlavate con i mostri? » Domandò distrattamente tanto per fare conversazione.
« Di un antico dilemma », rispose con non curanza Desirée, intanto studiava le spalle di Malus, pensando “ Larghe, possenti, peccato che sia un po' magro, ma gli dona, se ci fosse Sophie sarebbe una sfida fantastica” poi scotendosi dai suoi pensieri, aggiunse.
« Essere o non essere, questo è il problema ».
« E perché? » domandò Malus voltandosi ed appoggiandosi allo schie­nale della sedia per poterla osservare più comodamente.
« Come sarebbe a dire, perché? »
« Sì, perché? Posso farvi notare mia Signora, che dato che voi siete viva, se ne può logicamente desumere che esistiate di già, quindi la vostra domanda è del tutto su­perflua ».
Desirée mormorò « Questo posto comincia ad assumere tratti di pa­ranoia. Credevo non esistessero maghi scettici, a meno che... »  Il Principe della Notte sembrò risentirsi.
« State per caso insinuando, che non ho ben capito quello che avete appe­na detto? » Questo non gli piaceva.
« Esattamente », rispose Desirée sorridendo spavaldamente a Malus, il quale adesso la guardava con fin troppa attenzione, rispondendole altero.
« Signora, vi prego, questi sono dubbi che riguardano il comune volgo ed in quanto tali non mi tangono. Un intelletto veramente superiore è capace d’abbracciare col pensiero tutto il tempo e tutta la sostanza. Spero che questa risposta vi soddisfi maggiormente, perché non ho alcuna intenzione di dilungarmi in ulteriori e superflui deliri mentali ».

Malus I, lo scoccare delle ore 3.

giovedì 16 giugno 2011

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« Queste sono le vostre caratteristiche somatiche, non è l’etica », li corresse imperturbata Desirée.
La guardarono un attimo interdetti, e, dopo avere sferrato un paio di calci all’interprete colpevole di avere sbagliato argo­mento, continuarono a spiegarle « Ecco noi facciamo tutte le cose più cattive che si possano immaginare, non facciamo niente di buono per gli altri, piutto­sto ci facciamo ammazzare ».
« Ed è bello fare i cattivi? »
« Che domande, certo! ». Desirée sorrise nuovamen­te non riusciva a trattenersi.
« Come fate a saperlo, se non avete fatto niente di buono, o almeno senza esservi resi conto di farlo. Adesso ad esempio, mi state gentilmente accompagnando dal vostro padrone tutti insieme, come si conviene a dei bravi e gra­ziosi esserini, è molto premuroso da parte vostra. Grazie.» A quelle parole presero a contorcersi dal disgusto, ci fu addirittura chi si rotolò per terra, qualcuno vomitò o almeno così sembrò, poteva anche essere solo bava quello che sputavano.
« Senti un po' Bimba, chiamaci un’altra volta carini, graziosi o qualcos’altro e finisci male ».
« Quindi per voi questo sarebbe un insulto? »
« Certo! »
« Anzi un oltraggio! »
« Allora se vi dicessi che siete delle putride carogne, o degl’idioti con la fogna al posto del cervello, voi sareste contenti? »
« Sì, certo » annuirono alcuni saltando contenti, ma uno di loro li fermò.
« No, aspettate ragazzi in questo ragionamento c'è qual­cosa che non quadra », ne seguì un sommesso bisbigliare interrotto di tanto in tanto da qualche irripetibile imprecazione. Infine uno di loro leggermente più ma­gro ed incurvato, che dava l’im­pressione d’essere anche più anziano, precisò.
« Bisogna distinguere tra l’essere e l’intento, quindi ne consegue che noi siamo perfetti e bellissimi, ma con pessime intenzioni nei confronti d’ogni essere vivente, in particolar modo gli uomini ». Gli altri annuirono contenti per la soluzione raggiunta, Desirée invece sospirò annoiata.
« Ad esempio? » A questa domanda i mostriciattoli si guardarono in faccia senza sapere rispondere, poi uno di loro sembrò avere un’idea.
« L'altro giorno abbiamo detto ad alcuni di noi di an­dare in uno scantinato a prendere il carbone, li abbiamo chiusi dentro, non c’era il carbone, ma l'acqua che saliva sempre più e sono annegati ».
« Ah, ecco chi è stato » disse uno dietro di lui, men­tre altri gli fa­cevano da spalla.
« Non siete annegati? »
« Capo, forse era la bassa marea quella che veniva… », suggerì con fare col­pevole un altro, poco prima di venire aggredito da un compagno. Ne nac­que una piccola rissa i cui partecipanti rotolarono giù da delle scale, dove i colpevoli avevano cercato di scappare, gli altri rimasero un at­ti­mo ad osservarli, continuando poi tranquillamente il loro camino. Ogni tanto si vedeva apparire un Alp, ma spariva subito dopo, sembravano avere ricevuto l’ordine di tenersi alla larga.
« Se volete fare davvero i cattivi, perché non vi mangiate il vostro pa­drone, sarebbe una cattiveria senza pari, divorare chi vi ha creato. Vi assicuro che non c’è niente di peggio che uccidere chi ti ha dato la vita ». Il tentativo di sobillazione non riuscì molto bene, i mostri la guar­darono scandalizzati.
« Queste sono cose che non si pensano nemmeno.»
« No, no.» Aggiunsero gli altri preoccupati.
« Ma come fate ad essere cattivi, se obbedite cie­camente al vostro pa­drone, io pensavo che per essere davve­ro malvagi, bisognasse essere contro ogni cosa. »
« Solo se non fa male ».
« Farsi male è contro la nostra etica ».
« Lui davvero cattivo ».
« E io? »
« Buona, con le patatine e la salvia ».
« Anche l’alloro non ci starebbe male ».
Intanto la guardia, che li precedeva, aveva aperto una porta dalla quale usciva uno spiraglio di luce, entrando Desirée si rese conto di trovarsi nella stessa stanza della sera precedente. I mostri rimasero ri­spettosamente all'esterno.

Malus I. Loscoccare delle ore, 2.

domenica 12 giugno 2011

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Dinanzi alla porta trovò come promesso una guardia, con una tor­cia accesa pronta a farle da guida, stava per tentare di comunicare con l’uomo ombra, quando fu distratta da un insopportabile fetore, si guardò in­torno, si rese conto che l’odore proveniva da un mostro simile a quello che aveva tentato di aggredirla sul cornicione.
« Io sarei l’interprete, le guardie non parlano », si giustificò il mostro vedendo che Desirée lo guardava con disgusto retrocedendo ed arricciando il naso.
« Il fatto di essere un mostro t’impedisce per caso di lavarti? »
« Certo, è contro l’etica professionale » s’intromise un altro mo­stro sbucando da dietro un pilastro insieme a di­versi altri, facendo escla­mare Desirée.
« Che schifo, sembra di stare in una fogna. Va bene, portatemi dal vostro pa­drone, ma per favore state lontani », volle concludere Desirée, renden­dosi conto di essere ormai circondata da una decina di mostri, ma uno di loro tenne a precisare.
« Bimba, guarda che tu sei nostra prigioniera, non ci puoi dare or­dini. » Desirée non poté fare a meno di notare i lunghi denti gialla­stri esibiti in tutto il loro fetore allo scopo d’intimorirla e la bava giallo verde che colava ai lati delle fauci. Qualcuno allungò minacciosamente le zampe avvi­cinando gli artigli alle morbide pieghe della gonna, ma poco prima di giungere a toccarla, alzò lo sguardo incrociando quello oltremodo minaccioso di Desirée.
« Voi non starete per caso cercando di sgualcire il mio bel vestito? »
I mostri rimasero un attimo a guardarla dubbiosi, poi spinsero avanti uno di loro, un po' più grosso, il quale dopo essersi schiarito la voce, s' informò.
« Nel qual caso questa sfortunata evenienza dovesse ve­rificarsi, in quali conseguenze potremmo incorrere, nostra graziosa signora? »
« L’annientamento totale: v’incenerisco », rispose Desirée con voce calma, fonda e apparentemente cordiale, ma molto credibile.
« Grazie, era solo un’informazione, tanto per sapere », disse il mo­stro ritirandosi nel gruppo, Desirée li guardava, divertita dalla lo­ro infantile credulità, intanto uno di loro precisava.
« L'annientamento totale è in palese contrasto con la nostra etica professio­nale».
Nel frattempo il guerriero ombra si era allontanato facendo strada.
« Davvero, e in che cosa consiste la vostra etica professionale? » domandò Desirée seguendoli lungo la scala buia che conduceva fuori dalla torre.
« Innanzi tutto siamo realmente molto pericolosi ...»
« Non è facile essere pericolosi, vero Signora? »
Desirée annuì.
« Zitto deficiente! Non m’interrompere. La nostra pericolosità è co­stituita nel caso specifico dal fatto che ci nutriamo di carne umana », e voltandosi fissò significativamente Desirée con la bava verdognola che gli colava dalla bocca, senza sortire l’effetto desiderato, perché lei invece gli domandò un po’ perplessa.
« Ma se io sono la prima persona ad avere messo piede in questo ca­stello, come fate a mangiare, è per questo che siete così ma­gri? »
« Che cosa c'entra questo! » Imprecò il mostro, continuando la spiegazione « Abbiamo ben tre file d’affilatissimi denti, tra i quali meritano particolare men­zione i lunghi canini, che possono raggiungere la lunghezza di ben dieci centimetri, una potenza mandibolare che ci permette di recidere anche l’acciaio. I nostri artigli sono più taglienti dei rasoi e più velenosi di un morso di vipera, basta un taglietto per morire avvelenati, lo stesso vale per gli aculei della coda ».
« Certo se non vi lavate mai, c’è di che prendersi qualche brutta infe­zione », commentò Desirée varcando la soglia della torre ed entrando in una delle tante grandi sale.
« Tu bella bimba non ci prendi sul serio e sbagli », la minacciarono.

Malus I. Lo scoccare delle ore 1

giovedì 9 giugno 2011

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Lo scoccare delle ore




Quando Desirée si svegliò, capì che era mattino solo dall’ora segnata dal suo orologio da polso, le dieci. Durante la notte qualcuno doveva essere entrato nella stanza, poiché i suoi abiti, completamente asciutti ed accuratamente ripiegati, erano poggiati su una poltroncina vicino allo specchio, accanto allo zaino e alla torcia elettrica, che funzionava nuovamente.
« Dove ha messo il mio bel vestito? », si chiese.
Lo ritrovò appeso nell’armadio insieme ad altri abiti dai colori e stoffe più varie, rimase a lungo ad ammirarli rapita. Abiti simili li aveva visti solo in televisione alle sfilate di moda e nei film in costume, affascinanti souvenir di una femminilità troppo scomoda. Averli tra le mani era tutt’altra cosa, le stoffe erano talmente morbide e delicate al tatto da provocare sensazioni del tutto nuove, così infine non seppe fare a meno d’indossar­li.
Per ultimo provò un abito di velluto rosso fuoco con lo strascico, attillato con lunghe mani­che a zampa d’elefante. Si rimirò nello specchio, divertita dalla sembianza che le conferiva l’abito.
« Da casta colomba a mangiatrice d’uomini », disse con un accenno d’impertinenza, gettò indietro i capelli che le ricaddero folti sulle spalle come se fossero diven­tati anch' essi di fuoco, li ammirò con orgoglio girando lentamente su se stessa. Ancora una volta il gioco si trasformò in realtà, quando tornò a fissare lo specchio, lo sguardo era divenuto torvo e la fronte cor­rugata.
“ Chissà qual è la mia vera es­senza” Gli occhi si fissarono fiammanti nello specchio, cercando di carpire oltre all’immagine riflessa qualcosa di se stessi, di leggere nella propria anima, ma poi ripensando a quando vi aveva sostenuto lo sguardo del Principe della Notte, si accesero di un sorriso amaro.
“ Per fortuna gli specchi riflettono soltanto una par­venza, nemmeno l’immagine reale, solo ciò che noi vo­gliamo che sia. Gli uomini vedono anch' essi solo ciò che può mostrare uno spec­chio” Accarezzò lo specchio come se volesse sfiorare la sua identità, poi chinato il capo borbottò a voce sommessa “ In fondo è quanto noi stessi vogliamo vedere “.
Volse le spalle a quell’immagine poco gradita di sé e si tolse l’abito, troppo scomodo nella sua aderenza al corpo, indossandone uno di seta verde smeraldo con delicati ricami d’oro, attillato nel corpetto ma molto ampio nella gonna.
Lasciò la camera con l’intento di mettersi alla ricerca del Principe della Notte, aveva alcune cose da chiarire, e in fondo, anche se pazzo omicida, era tanto carino.

Malus I, Tenebricus 4.

domenica 5 giugno 2011

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 Entrato si sedette sul freddo trono di pietra ed argento.
« Portami da bere », ordinò con rabbia ad una silenzio­sa guardia, che s’inchinò e scomparve immediatamente la­sciandolo solo ad os­servare la pallida luce delle stelle, senza riuscire a distogliere la mente dalla ragazza e soprattutto dalle sue parole, che, dette con ingenuità, erano state più pungenti di quelle pronunciate con astio.
Le vecchie mura del castello avevano tremato, quando aveva pronun­ciato il suo nome, violando senza saperlo una maledizione.
Prese in mano il calice d’oro tempestato di gemme, che la guardia gli porgeva, sorseggiò distrattamente il vino, non sarebbe bastato un in­tero mare di vino per fargli dimenti­care di avere udito pochi minuti addie­tro per la prima volta pronunciare il proprio nome. Fino ad allora non si era reso conto di quanto gli fosse pesato il silenzio che lo circondava fin dalla nascita, il dolore esplose nel silenzio che dominava la sala e tutto il castello.
Quella sera a quasi trecento anni aveva appreso di essere di bell’aspetto, carino, gli altri ragazzi passano la giovinezza a giocare con i compagni, a inseguire i primi amori, a lui erano toccati il silenzio, la solitudine, il buio eterno. Gli si strinse il cuore a ripensare alla luce radiosa che lei aveva negli occhi quando lo aveva guardato stupefatta, era più luminosa del riflesso delle perle tra i suoi capelli, più caldo; quanto aveva dovuto attendere per un sorriso come quello, per avere ciò che altri hanno tutti i giorni.
Soffocando un singhiozzo scaraventò via la coppa. Il suono metallico si ri­percosse per le immense sale, por­tato lontano dall’eco, mentre la rabbia del Principe della Notte cresceva, sospinta da frasi che non cessavano di ripetersi nella sua mente " Quanti anni hai? " e ancora “Malus”. Quanti anni d’assoluto silenzio aveva vissuto il suo giovane cuore? Il blu della notte nei suoi occhi assunse il colore del sangue dei nemici e la forza dell’odio. Le tenebre della notte coprirono le stelle, dentro e fuori il castello si spanse l’oscurità, come una nube malefica si allungò sul mare agitato, insensibile alla forza del vento, servo della maledizione che lo imprigionava.
Desirée, invece, era rimasta un attimo a fissare intimorita la porta dalla quale era uscito, poi aveva girato su di sé rimirandosi nello splendido abito, ripensando allo sguardo deciso e pericoloso del Principe della Notte. Si tolse l’abito dei so­gni, lo depose con cura sulla sedia accanto al letto e si coricò, rimanendo a guardare semiaddor­mentata le fiamme ondeggianti nel camino, che sembrano danzare per lei una danza esotica.
“ È davvero tanto carino, forse è addirittura il più bello che io abbia mai visto, sarebbe l’ideale per una gara con Sophie, tanto non è mai riuscita a battermi: lei gli conturba i sensi, io gli divoro il cuore” sorridendo maliziosamente strinse stancamente il pugno della mano, come se vi volesse imprigionare il cuore del Principe, le palpebre si chiudessero e cadde in un profondo sonno rasserenata dalla consapevolezza che il bagliore che aveva visto provveniva dal cuore di Malus, bello come il suo sorriso.
Anche gli occhi del Principe della Notte alla fine dovettero cedere, non alla stanchezza o all’ora tarda, bensì al troppo alcool bevuto nel vano tentativo di soffocare il dolore apparso così intenso ed inatteso. La coppa d’oro gli cadde dalla mano rotolando via sul pavimento. Le ore scorsero tristi in quel luogo dove non c’era niente che potesse scandirle, il giorno era uguale alla notte, solo le stelle ruotavano lentissime in cielo segnando il passo dei secoli.
Dal buio uscì un artiglio scuro sfiorò il collo di Malus, ne seguì lentamente la curvatura, si spostò sul volto ricoperto di lacrime, le raccolse e si soffermò ad osservarle alla tenue luce delle stelle, quasi invisibili eppure ricolme di profondo dolore, nate dal desiderio di libertà.
Gli artigli circondarono la gola del Principe della Notte, sembrava volessero stringerla per spezzarla, affondare nella sua carne, si fermarono per alcuni istanti seguendo nervosi la giugulare che palpitava lenta e inconsapevole.
« È tutto sbagliato » lasciarono la presa e la figura scura si ritirò silenziosa nelle tenebre dalle quali era giunta.


Mostro commento: gli Alp

venerdì 3 giugno 2011

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-        Gentile lettore dopo avere trattato dei Guerrieri Ombra abbiamo pensato di parlare degli Alp, dei quali purtroppo non abbiamo trovato niente di accettabilmente somigliante sul web.- 16
-        Non se li fila nessuno – 74.
-        Sfigati – 11.
-        Dunque come stavo dicendo, gli Alp sono dei demoni e sono molto più diffusi di quanto si potrebbe credere, c’è chi li chiama Incubus, o Alpen, qualcosa di simile è anche il Nightmare, provocano terribili incubi, tali da potere trascinare la vittima nella follia-16
-        Pensi avere mangiato pesante, Troll rimasto sullo stomaco e invece venuto Alp st**** a rompere – 18.
-        Vorremmo avvisare il gentile lettore che gli Alp non vanno assolutamente sottovalutati, sono qualcosa di simile ai vampiri, solo che non succhiano il sangue…- 16
-        Cosa alla quale si può rimediare, volendo, basta mangiare un po’ di più – 32.
-        Appunto, gli Alp invece ti succhiano proprio la vita e a questo non c’è rimedio- 16
-        Schifosi maniaci sessuali- 11
-        In aggiunta hanno anche questa bruttissima abitudine, si fanno qualsiasi bella figliola trovino addormentata- 16.
-        Veramente basta che respiri, schifosi porci che non si possono nemmeno mangiare- 32
-        Porco buono- 11
-        Non facciamoci distrarre dalle diverse ricette su come cucinare il maiale, e continuiamo con la spiegazione. L’aspetto fisico: in genere hanno l’aspetto spettrale di un viandante con un mantello e un cappello a falda larga, non hanno un volto, o meglio ne hanno mille possono assumere tutte le sembianze che vogliono, cambiano di continuo faccia-16.
-        Il ché ci crea alcuni problemi perché non riusciamo a capire se qui ne abbiamo due o tre o qualche centinaio – 32.
-        Censimento Alp difficile - 11
-        C’è da dire che per fortuna non sono molto intelligenti – 27.
-        Spetri no testa e no cervello – 18.
-        Il fatto che siano mezzi scemi, però non li rende più gradevoli – 27
-        Ma ti rendi conto con chi ci tocca convivere?! Poi c'è chi sogna di vivere da queste parti! - 32
-  Alp hanno altra antipatica caratteristica - 18
- Già, pare che non si possano uccidere, in quanto irreali. Voi direste virtuali. Si può solo cercare di tenerli lontano, ma non si può eliminare il problema alla radice... per così dire - 16.
-  Per questo no buona idea lotta con Alp -18
- Equivale a scontrarsi con le proprie peggiori paure, quelle nascoste nel più profondo subconscio, perchè gli Alp te le tirano fuori e te le scagliano contro centuplicate- 16
- Come detto Alp stronzo - 11
- E se ti viene adosso ti succhia pure parte della tua bella vita, tutti i colori e la luce, ti rubba i sogni e ti lascia gli incubi - 27-
- In conclusione gentile lettore, non puoi immaginare quanto siamo stati felici quando ne abbiamo visto uccidere uno! - 32
- Era ora! - 16
- Per questo noi detto niente a padrone - 18.
- Ora sai cosa sono gli Apl, guardatene!I nostri ossequi - 16

Frase Bella 2

mercoledì 1 giugno 2011

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Si dice sempre che la cosa più importante è difendere ciò che si ama, ancora più importante è difendere quello che hanno amato altri prima di te e adesso non possono più difenderlo.

Salva il loro cuore ed avrai salvato il tuo.

Malus I, Tenebricus 3.

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« Comunque spero che almeno l’abito sia di vostro gradimento, altrimenti posso variare ».
« Si può anche scegliere? ». Domandò Desirée guardan­dolo stupefatta con grandi ed innocenti occhi chiari.
Il principe sorrise divertito.
« Desiderate qualcosa di diverso? Vi premetto, che la mia magia non conosce limiti è in grado di realizzare qualsiasi sogno la mente umana sia in grado di formulare.»
Desirée lo guardava sospettosa, temendo che si stesse prendendo gioco di lei. Non aveva ancora capito d’essere la prima persona alla quale il Princi­pe della Notte poteva mostrare le proprie capacità, infine il sorriso del principe le fece dimenticare ogni timore.
« Beh si, ho sempre desiderato un abito di seta bianco naturale, che lasciasse libere le spalle e la schiena, copren­dole in parte con pizzo tra­punto di perle e con una larghis­sima e voluminosa gonna lunga, leggera come un alito. »
« Siete sicura, che non lo vogliate tempestato di gemme della più no­bile fattura? »
« Oh, scusa non si può fare? » Con un altro schiocco di dita Desirée si ritrovò indosso l’abito dei suoi sogni. Incredula scese piano dal letto, avvicinandosi allo specchio posto poco lontano dal camino. Quando vide riflessa la sua immagine, non credette ai propri oc­chi, non solo l’abito corrispondeva alle sue aspettative, ma nei capelli, perfettamente asciutti, erano stati intrecciati nastri di seta e perle. Girò su se stessa rimirandosi nello specchio, facendo risplendere la seta e le perle di fluttuanti riflessi ambrati dalla luce del fuoco.
Sorrise raggiante al Principe della Notte, che la guardava soddisfatto della propria opera. Adesso anche lei sembrava uscita da una ro­mantica fiaba, una delicata fata.
« È fantastico come si fa? »
« Non è molto difficile, ma troppo complesso da spie­garsi a chi è ignaro di magia ».
Desirée, affascinata dalla propria immagine, si rimirò un'altra volta allo specchio.
Fu sullo specchio che i loro occhi s’incontrarono per la prima volta, il Principe della Notte sembrava condividere la sua opinione, lo sguardo non era più ostile, tuttavia non si capiva se stesse ammirando lei o la propria magia.
« Quanti anni hai? » Gli domandò improvvisamente Desirée, staccando lo sguardo da lui.
« Perché? »
« Non si capisce bene, sembri molto giovane e carino ». Il Principe della Notte alzò con indifferenza le spalle.
« Perché avrei dovuto contare gli anni? In questo luogo non si di­stingue il giorno dalla notte. Non accade mai niente ». Desirée si voltò verso di lui perplessa.
« Vuoi dire che non t’importa sapere quanti anni hai? » effettivamente non sembrava interessato all’argomento.
« Nel castello vi è una stanza preposta alle attrezzature che misurano i flussi del tempo, comprese le diverse varianti » il tono della voce era nuo­vamente freddo e distante. La guardava dritto negli occhi, le parole erano cordiali, ma il suo volto parlava di disprezzo. « Se lo desiderate potrete vederla. Domani vi farò visitare il castello, a patto che non facciate altre stupidaggini. Adesso vi prego di perdonarmi, ma ho da fare. Buonanotte Signora ». Si voltò per andarsene, aveva appena raggiunto la porta, quando Desirée lo richia­mò.
« Malus », la mano del giovane mago era casualmente appoggiata sulla parete, sentì le mura sussultare al suo nome, come se non fosse accaduto nulla, si voltò, la ragazza era troppo ingenua per potere anche solo intuire ciò che aveva causato.
« Desiderate? » la voce era ostile. Gli occhi di Desirée, che fino a quel momento erano stati raggianti, si velarono di tristezza, voleva dire qualcosa, ma sembrò mancarle il corag­gio, infine domandò la prima cosa che le venne in mente.
« I mostri non torneranno più? »
« No, non oseranno », rispose deciso.
Detto ciò, lasciò la stanza scomparendo nell’oscurità, non aveva biso­gno della luce, sua nemica, per muoversi nello sconfinato intrico di sale e corridoi del castello, si diresse a passo veloce verso il cuore del suo regno: la sala del trono dalle slanciate finestre blu, ed il soffitto retto da un fantastico gioco d’archi, sotto il quale rilucevano le stelle del firmamento, come se fossero rimaste imprigionate dall’architettura