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Malus I. Il drago, 15

Malus I. Il drago, 15

giovedì 23 febbraio 2012

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La malattia si stava rivelando più pericolosa di quanto avesse immaginato, oltre ad intontirlo, stava fiaccando la volontà, ormai sapeva che non doveva sottovalutarla, non poteva permettersi altre debolezze o cali d’attenzione, doveva assolutamente restare attento e lucido. Ordinò alle guardie di por­tagli i libri delle piante medi­che, aveva capito che cosa cercare. Con grandi sforzi riuscì a mescere una medicina che avrebbe dovuto aiutarlo a guarire il più presto possibile. Quello, come gli aveva fatto giustamente notare Desirée, era il momento meno adatto per stare male, non poteva permet­tere che un suo malessere rendesse vani gli sforzi di decine di generazioni.
Per fortuna dopo circa un'ora cominciarono a farsi sentire gli effetti benefici della pozione e finalmente si addormentò esausto, ma la febbre non era scesa di molto e seguitava ad essere pervaso da brividi. I sogni erano confusi, agitati, tormentati dalle fi­gure degli antenati spettrali, che si ergevano su di lui quali giudici implacabili, dai mostri creati da lui stesso e da Desirée. D'un tratto la vide dinanzi a sé con gli occhi sbar­rati, vitrei, il petto squarciato, da cui lui stesso aveva estratto il cuore, l’abito bianco imbevuto di sangue. Il cuore batteva ancora nelle sue mani. Con un gemito si svegliò, provava un dolore lancinante allo stomaco, era stato un crampo a trarlo dal sonno.
Si sedette sul letto cercando di riprendere coscienza di sé e di allonta­nare dalla mente l'incubo. Il bellissimo seno che aveva avuto così vicino palpitante: dilaniato… il cuore, aveva la nausea, il senso di vomito si fece più intenso.
« Sta tentando di intenerirmi, non mi farò ammaliare da un Rankarth, anche se è la più stupenda creatura di quella maledetta genia di sciacalli », disse tra sé strisciandosi indietro i capelli grondanti di sudore « Sto semplicemente delirando per via della febbre, con quel bacio voleva irretirmi, era una trappola. Solo la stupida trappola di una fanciulla disperata » si lasciò ricadere sul cuscino, sollevato per essere riuscito a svegliarsi, la ragione lo stava difendendo dagl’incubi, dominava le sue paure, lo riportava alla rassicurante realtà, tastò le lenzuola per sincerarsene, stringendole tra le mani si distese inspirando profondamente.
Il crampo che lo aveva strappato al sonno delirante, era passato, ma non l’agitazione che durò ancora qualche ora, finché lentamente le sue angosce scomparvero, persino il respiro tornò a essere regolare.

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