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Malus, I. Il drago, 1.

Malus, I. Il drago, 1.

sabato 22 ottobre 2011

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Rimasto solo, Malus si lasciò cadere sul sofà, sorreg­gendosi il capo con le mani. Non sapeva perché era scappato, ma era stata la cosa giusta. Era sollevato che Desirée fosse andata via, non sarebbe più riuscito a na­scondere a lungo la sua debolezza, aveva la febbre e non voleva darlo a vedere. In principio non vi aveva dato molto peso, ma adesso andava peggiorando d’ora in ora e l’avere por­tato in braccio la ragazza, gli aveva tolto le ultime forze. Aveva ancora in mente gli occhi della ragazza, quell’espressione enigmatica… aveva qualcosa di particolare, non si era mai sentito così, quel tono di voce, come potevano gli occhi di una ragazza fargli cambiare così facilmente umore, che si fosse trattato di un tentativo di seduzione? Rise, non sapeva bene cosa fosse la seduzione, ma se pensava di sedurlo era proprio sulla strada sbagliata, non aveva idea di quanto disprezzasse la sua maledetta stirpe di fattucchieri e quanto odio covasse. Era una soluzione troppo semplice per potere funzionare.

Si distese sul divano, il tragitto fino alla camera da letto gli appari­va troppo lungo e per trasformarsi in uccello gli mancavano le forze, suo malgrado sarebbe dovuto ricorrere all’aiuto delle ombre, erano i suoi sudditi, ma li detestava, meglio loro che gli Alp.



Il drago

Un’ombra scura si aggirava silenziosa nel labirintico intrico di scaffali della biblioteca, cercava instancabile qualcosa, ogni tanto si fermava come a guardarsi attorno e poi riprendeva la ricerca.
Fuori del castello la notte era più nera del solito, soffocata da una coltre di silenzio, trafitta da occhi di fuoco.

Quella notte Desirée ebbe un sonno agitato, dormì poco. Infine, non riuscendo a riposare, si alzò, tanto più che nel regno delle tenebre non aveva senso attendere il mattino. Si vestì, indossando un completo da paggio dai colori sgar­gianti, evidente­mente l’unico abito femminile senza gonna che Malus era in grado di concepire, e preso lo zaino, lasciò la camera.

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