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La Vecchia Osteria 2

La Vecchia Osteria 2

sabato 5 febbraio 2011

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« Ciao Desirée. Guarda: ho il calendario completo degli avvenimenti culturali dell’estate! » proruppe Sophie, l’altra si alzò con un radioso sorriso e l’abbracciò, dicendo subito dopo.
« Ciao Sophie, ti spiace se finisco un attimo? »
« No, figurati! Io intanto inserisco i miei impegni sociali, così sapete fin dall’inizio la mia disponibilità ».
« Si vede che stiamo invecchiando, diventa sempre più difficile fare coincidere il nostro tempo libero, siamo donne impegnate ormai », ironizzò l’amica, ma non scalfì lo snobismo di Sophie.
« Ma quale vecchiaia, io sono sempre stata socialmente impegnatissima fin da bambina ». L’altra le lanciò un’occhiata di sincera commiserazione ripensando alle scorribande giovanili e alla totale libertà di cui aveva goduto da bambina, era stata un maschiaccio e in qualche modo si vedeva ancora, per questo precisò con orgoglio..
« Io invece sono sempre riuscita a scansare gl’impegni, l’unica cosa che non sono riuscita ad evitare è stata la scuola, impari presto che non si può avere tutto nella vita ».
« Tesoro, ma che hai fatto ai capelli? » Constatò in quel momento Sophie.
« Niente, un esperimento venuto un po’ male », minimizzò l’altra, Sophie preferì non approfondire di che genere di esperimento si fosse trattato e tornò al futile.
« Ti piace questo smalto? È in tinta con l’abito, esattamente due tonalità più chiare, un capolavoro». Desi­rée diede un’occhiata di sfuggita allo smalto sorridendo in segno d’assenso e a bassa voce continuando a fare scorrere le dita sulla tastiera si complimentò.
« Bel colore, mi piace. Gli smaltini blu mi sono finiti, devo ricomprarli », intanto con aria leggermente indispettita guardava il monitor.
Sophie, distratta da una rivista d’alta moda, si sdraiò comodamente sul letto di Desirée.
« Qualcosa non va? Ti ho fatto sbagliare? ».
« No, no, tu non c’entri. È tutta la mattina che si comporta in modo un po' sospetto ».
« Se continui a crackare programmi ovunque, prima o poi ti ritrovi con un bel virus tipo aids o una bella denuncia, a seconda della sfiga. Quelli della Finanza però in genere sono carini, almeno ci sarebbe un lato positivo nella cosa », rifletté un attimo, forse era più probabile che la finanza un giorno si sarebbe presentata da lei, scosse la testa, meglio la moda del fisco.
« Questo programma l'ho fatto io, cioè l’ho modificato. Comunque non è questo il pro­blema, quello che mi fa arrabbiare è che i dati elaborati corrispondono solo in parte a quello che vorrei, cosa che non riesco a capire e quando io non riesco a capire una cosa… ».
« Non ti sprecare a spiegarmela. Non ho mai capito niente di fisica, gli unici calcoli che mi riescono so­no quelli connessi al denaro, in particolar modo quello che mi entra in tasca. Ti ho detto che sono riuscita ad acca­lappiare Jean-Claude? ».
Desirée intanto si era alzata e sporgendosi sopra la scri­vania guardava dall’ampia finestra.
« Bello! Stanno arrivando Gaby e Falstaff! », poi voltandosi verso Sophie, s’informò incuriosita.
« Come hai fatto a strappare il bamboccio a quell’oca d’Ester ».
« Io sono una persona sportiva, tutto qui. Lei invece non è altro che un’oca possessiva, il ché significa che con una rivale del genere non mi sono divertita più di tanto. Sai alle volte ho pensato che sarebbe eccitante una gara tra noi due ». Desirée sorrise divertita immaginandosi la gara.
« Credi che esista un uomo che valga un’amicizia? Finiremmo col litigare, perché a nessuna di noi due piace perdere, inoltre non mi viene in mente nessuno che potremmo giocarci ».
« Già il tuo ultimo passatempo è stato silurato come dici tu. Tesoro dovresti avere più pazienza: bisogna curare una relazione, o almeno fare finta di farlo. Certo che oggi giorno pubblicano degli straccetti importabili, poi tutte queste stronzette anoressiche che si credono belle! Inguardabili, la morte che veste l’ultima moda.» A Desirée non sembrò avere dato fastidio l’ironica allusione dell’amica, per cui rispose allegramente.
« Ma per favore, era uno scassapalle senza eguali, adesso fa anche la vittima, dice che gli ho spezzato il cuore, che mollusco! ». Sophie scoppiò in una risata argentina e chiuse finalmente la rivista, che in qualche modo non l’aveva soddisfatta.
« Come? Non l’hai aiutato a ritrovare la gioia di vivere e a superare le sue paure e problemi con la tua comprensione e la tua abnegazione? Grazie al vostro amore avreste potuto superare tutte le vicissitudini ed ostacoli di questo cattivo e crudele mondo. Non sei andata dove ti porta il cuore! Angelo del focolare che fai non svolazzi? Sarebbe stato così semplice: bastava chiudere intelligenza e dignità in un cassetto e passare il resto dei giorni ad applaudire ogni scemenza che dice l’ebete, è questo che piace agli uomini, se te ne vuoi tenere uno è così che devi fare; l’idolatria» E portandosi al cuore la rivista che teneva ancora in mano mimò i modi delle ragazzine « Oh! Mi ha guardata! », poi riassumendo l’aria distaccata che la contraddistingueva concluse seccamente. « E comunque da quando in qua gli uomini hanno un cuore? », riaprì la rivista, i gioielli non erano male e portabilissimi, specie quelli più costosi. Desirée non poté fare a meno di scoppiare a ridere assistendo a quella sceneggiata, infine commentò.
« Se c’è una particolarità che il mio cuore non ha è l’essere scemo, comunque ne diceva molte d’idiozie. Vada a rompere l’anima a qualcun altro. Accidenti, questo coso ricomincia a fare storie, forse è il caso di spegnerlo e continuare domani. Uno i ragazzi sé li tiene per divertirsi non per farsi assillare e angosciare dalle loro paranoie, ma che scherziamo! »
« Forse abbiamo entrambe il grilletto troppo facile, ma onestamente penso che sia salutare ». La porta si era im­provvisamente spalancata ed un vivacissimo terrier gigante era schizzato all’interno, saltando subito sul letto tra le braccia di Sophie, mentre la sua padroncina si era fermata sulla soglia.
« Ciao a tutti! Dal luccichio peccaminoso negli occhi di Sophie de­sumo, che state nuovamente parlando di giocat­toli ».
Era minuta e i capelli corti rosso fuoco sembrava­no fatti apposta per marcare il carattere impertinente, conosceva Desirée da sempre, già i loro nonni erano stati amici: due lupi di mare che avevano avuto come ultimo discendente due ragazze, una più ribelle dell’altra.
Gaby atte­se per un attimo una risposta da Sophie, che però era troppo intenta a sottrarsi alle effusioni d’af­fetto di Falstaff, così poggiò a terra lo zaino dai colori forti e dopo avere abbracciato Desirée andò a sedersi su una sedia girevo­le accanto a lei, che con aria allegra le annunciò la novità ben sapendo quale sarebbe stata la reazione..
« Lei ha un nuovo ragazzo, quello d’Ester».
« Ester chi? »
« L’oca che vorrebbe essere d’alta società, non eravate nella stessa classe? », intervenne Sophie che ancora non riusciva a liberarsi dal cane.
« Uh si, ma quella più che un’oca è una serpe, non fa­ceva altro che copiare da me, poi andava in giro raccontando che se non fosse stato per la sua magnifica generosità, sarei stata bocciata. Come l' ho odiata. Mi fa piacere sapere che sei riuscita a fregarle il fidanzatino di sempre. In ogni caso, grande Sophie! ». Sophie invece fu sorpresa da quella reazione.
« Come mai ce l’ hai tanto con lei? Una banale poveraccia ».
« Adesso! Ma avresti dovuto vederla a scuola, ha persino litigato con Desirée » Desirée alzò le spalle indifferente, non era difficile litigare con lei, spiegò.
« Mi ha dato della cafona ».
« Ordinaria, ti ha definito, e non per seminare zizzania ma continua a dirlo. ».
« Ma la storia motorino ha a che fare con lei? » s’informò Sophie.
« Sì, sai » s’interruppe un attimo per schiarirsi la voce e nascondere la vergogna che quel ricordo le provocava « a scuola c’erano diverse tipe che facevano capo a Ester e si riunivano i gruppetti molto chiusi, vincenti, sembrava che sapessero fare tutto loro. Io all’epoca ero molto affascinata dalla sua combriccola e le chiesi di diventare amiche » Sophie alzò le spalle a significare che la cosa sembrava perfettamente normale, ma Desirée le fece cenno di attendere la fine del racconto, e, infatti « Mi dissero che per diventare dei loro dovevo perdere almeno cinque chili » Sophie strabuzzò gli occhi, tra le tre era lei la più formosa e bisognosa di perdere chili, volendo, ma Gaby era uno scricciolo.
« A quel punto sono rinsavita, mi sono resa conto che stavo tradendo i nobili ideali dei miei padri… »
« Il comunismo, partigiani » l’interruppe Desirée per chiarire la situazione a Sophie.
« Per diventare amica di quattro stronzette snob vestite da puttanelle ed essere accettata dai loro amichetti senza cervello », concluse Gaby.
« Che vi credete che si diventa stronzi da un giorno all’altro, c’è chi comincia da piccolo, quelle erano prove generali per futura discriminazione sociale » s’intromise nuovamente Desirée continuando a scrivere al suo pc.
« E allora che hai fatto? » Chiese sinceramente colpita Sophie.
« Le ho dato fuoco al motorino, o meglio ci stavo provando, perché non è così facile come potrebbe sembrare, quando è arrivata lei e mi ha aiutata. Un botto fantastico ».
« I giochetti col fuoco mi sono sempre riusciti molto bene » commentò orgogliosa Desirée e con un’ alzata di spalle aggiunse « D’altronde mio nonno era riuscito ad incendiare l’Atlantico », Gaby la fulminò con lo sguardo, spingendola a riprendere a scrivere mortificata al suo pc e cambiò prontamente argomento dicendo.
« Non sai come ti invidio Sophie, tu come figlia di un banchiere non avrai avuto di questi problemi ».
« Fesserie, sono cose che succedono a tutti » intervenne più duramente Desirée, alla quale lo strisciante classismo dell’amica dava fastidio, era la stessa cosa del razzismo: non era bello.

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