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Malus I, Tenebricus 2.

Malus I, Tenebricus 2.

lunedì 16 maggio 2011

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« Che noia, siamo all’ennesima rielaborazione di Exca­libur, mancano solo la fata Morgana ed il Signore degli Anelli. Deprimente, se pure sir Lancillotto non deve essere stato male, non mi spiacerebbe incontrarlo. Senti lascia da parte Excalibur e parlami del Lancillotto », e lasciò cadere mollemente un braccio verso il fuoco, come se volesse giocarci con le dita, intanto lo guardava con la solita aria dispettosa, reazione che sembrava innervosire il suo interlocutore, che sembrava sorpreso per non dire impreparato al suo atteggiamento.
« Vi prego di non interrompermi con stupide osservazioni », le intimò l’uomo irritato dalla sua sfacciataggine.
« Che palle… » Il Principe della Notte la fulminò con un’occhiata, non si era aspettato un simile comportamento e linguaggio dalla sua prigioniera, che aveva immaginato spaventata e remissiva, visibilmente seccato riprese.
« La sacra spada assorbiva al suo interno la luce abbagliante, quale può esserlo unicamente il bagliore dello Jõtunheimr circondato dal deserto di ghiaccio. Riassumeva in sé la genialità dei suoi costruttori istruiti alla segreta magia dei giganti delle Terre di Ghiaccio, donava l’invincibilità a chi la possedeva.» Desirée con la mano gli fece cenno di stringere, il Principe della Notte finse di non vedere « Fu con questa spada che i miei antenati furono sconfitti, poiché nessun maleficio o magia poteva tenerle testa. Sfortuna nostra volle che il Mago dello Jõtunheimr fosse molto accorto, di conseguenza intuì che un potere talmente grande avrebbe finito col corrompere persino gli animi più retti, che avrebbero rischiato di servire, loro malgrado, le stesse forze che egli aveva sconfitto. Così dopo la vittoria distrusse la spada, disseminandone i pezzi in tutti i mondi a lui conosciuti, scomparendo egli stesso. La­sciando questo mondo portò con sé un componente di vitale impor­tanza, ed è stato proprio quel frammento che io ho seguito per di rintracciarvi e che voi portavate al collo quando siete giunta qua ».
« Un anello per unirli, un anello per ghermirli… corsi e ricorsi storici. Mi sembra di capire che in quest’arco di tempo voi abbiate ritro­vato tutti i pezzi ».
« Supposizione corretta, con quella spada sarò in grado di riprendermi quanto un tempo fu dei miei antenati, e vendicare una condanna emessa diecimila anni prima che nascessi. Esattamente tra cinque giorni, quando in cielo risplenderà la costel­lazione che riluceva al momento in cui fu forgiata, i frammenti della spada si riuniranno l’un l’altro tenuti insieme dal sangue dell’ultimo dei Rankarth, inutile sottolineare che si tratta del vostro, e quando que­sto scorrerà a Tenebricus, anche la maledizione imposta dal più potente di voi si estingue­rà insieme alla vostra stirpe. Come potete ben vedere, Signora, prendo due pic­cioni con una fa­va ».
« Non per sminuire il tuo entusiasmo da fanatico di bassa leva, ma tutto quello che hai detto è semplicemente insensato, pertanto temo che avrai un’amara delusione, se non altro perché tutte le storielle di questo genere terminano sempre con la vittoria dell’eroe buono e la morte del principe cattivo, e questo senza eccezioni. Inutile dire chi sia qui il cattivo ».
« Potrà sembrarvi poco plausibile, ma è la realtà. Desidero inoltre cogliere l’occasione per rammentarvi che, purtroppo per voi, la realtà ha poco a che vedere con le fiabe a lieto fine, forse è per questo che spesso si dice che è amara. Vi tocca bere un calice amaro mia Signora ».
Desirée lo guardava perplessa.
« Perdonatemi, dimenticavo un’ultima inezia: è inutile che tentiate di fuggire e lasciare il castello, se non ci sono riuscito io con i miei straordinari poteri, non penso possiate esserne capace voi, per cui mi auguro che non creiate ulteriori seccature. Buonanotte ».
« Perché ti do pure fastidio? E ma ci vuole faccia tosta… ».
« Senza offesa, ma la vostra vista mi è esecrabile », concluse il Principe, con un gesto della mano ordinò ai guerrieri ombra di condurla via.
« Ma vedi d’andare a farti f… » stava per ribattere, ma le guardie l’avevano già afferrata per un braccio e la stavano trascinando via, dandole solo il tempo di gridare.
« Bastardo dentro e fuori!  Figlio di…», la porta si chiuse alle loro spalle.
Più che spaventata era avvilita, aveva capito di trovarsi in pericolo, pur non comprendendo bene quanto, cercava freneticamente una soluzione, un qualcosa che potesse aiutata a sfuggire da quella situazione decisamente pazzesca, doveva pensare con calma.

Avevano lasciato la stanza del mago e si accingevano a scendere una larga scala a chiocciola. Desirée camminava piano trascinando riluttante i piedi, ma era sveglia come non mai, attese che il guerriero ombra che la prece­deva scendesse i primi gradini, e gli fece lo sgambetto al piede che stava sollevando facendogli perdere l’equilibrio. Sgusciò via, sfuggendo alla guardia che le stava dietro, che colta di sorpresa non era riuscita a reagire prontamente. Riattraversò di corsa il vano circolare, che avevano appena passato, scomparendo in un corridoio adiacente, non aveva pensato di potere essere tanto veloce.
La sua velocità aumentò considerevolmente quando, voltatasi, si rese conto di non essere inseguita solo dai guerrieri ombra, ma anche da piccoli e orripilanti mostriciattoli color cadavere con lunghe zanne giallastre.

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