Dinanzi alla porta trovò come promesso una guardia, con una torcia accesa pronta a farle da guida, stava per tentare di comunicare con l’uomo ombra, quando fu distratta da un insopportabile fetore, si guardò intorno, si rese conto che l’odore proveniva da un mostro simile a quello che aveva tentato di aggredirla sul cornicione.
« Io sarei l’interprete, le guardie non parlano », si giustificò il mostro vedendo che Desirée lo guardava con disgusto retrocedendo ed arricciando il naso.
« Il fatto di essere un mostro t’impedisce per caso di lavarti? »
« Certo, è contro l’etica professionale » s’intromise un altro mostro sbucando da dietro un pilastro insieme a diversi altri, facendo esclamare Desirée.
« Che schifo, sembra di stare in una fogna. Va bene, portatemi dal vostro padrone, ma per favore state lontani », volle concludere Desirée, rendendosi conto di essere ormai circondata da una decina di mostri, ma uno di loro tenne a precisare.
« Bimba, guarda che tu sei nostra prigioniera, non ci puoi dare ordini. » Desirée non poté fare a meno di notare i lunghi denti giallastri esibiti in tutto il loro fetore allo scopo d’intimorirla e la bava giallo verde che colava ai lati delle fauci. Qualcuno allungò minacciosamente le zampe avvicinando gli artigli alle morbide pieghe della gonna, ma poco prima di giungere a toccarla, alzò lo sguardo incrociando quello oltremodo minaccioso di Desirée.
« Voi non starete per caso cercando di sgualcire il mio bel vestito? »
I mostri rimasero un attimo a guardarla dubbiosi, poi spinsero avanti uno di loro, un po' più grosso, il quale dopo essersi schiarito la voce, s' informò.
« Nel qual caso questa sfortunata evenienza dovesse verificarsi, in quali conseguenze potremmo incorrere, nostra graziosa signora? »
« L’annientamento totale: v’incenerisco », rispose Desirée con voce calma, fonda e apparentemente cordiale, ma molto credibile.
« Grazie, era solo un’informazione, tanto per sapere », disse il mostro ritirandosi nel gruppo, Desirée li guardava, divertita dalla loro infantile credulità, intanto uno di loro precisava.
« L'annientamento totale è in palese contrasto con la nostra etica professionale».
Nel frattempo il guerriero ombra si era allontanato facendo strada.
« Davvero, e in che cosa consiste la vostra etica professionale? » domandò Desirée seguendoli lungo la scala buia che conduceva fuori dalla torre.
« Innanzi tutto siamo realmente molto pericolosi ...»
« Non è facile essere pericolosi, vero Signora? »
Desirée annuì.
« Zitto deficiente! Non m’interrompere. La nostra pericolosità è costituita nel caso specifico dal fatto che ci nutriamo di carne umana », e voltandosi fissò significativamente Desirée con la bava verdognola che gli colava dalla bocca, senza sortire l’effetto desiderato, perché lei invece gli domandò un po’ perplessa.
« Ma se io sono la prima persona ad avere messo piede in questo castello, come fate a mangiare, è per questo che siete così magri? »
« Che cosa c'entra questo! » Imprecò il mostro, continuando la spiegazione « Abbiamo ben tre file d’affilatissimi denti, tra i quali meritano particolare menzione i lunghi canini, che possono raggiungere la lunghezza di ben dieci centimetri, una potenza mandibolare che ci permette di recidere anche l’acciaio. I nostri artigli sono più taglienti dei rasoi e più velenosi di un morso di vipera, basta un taglietto per morire avvelenati, lo stesso vale per gli aculei della coda ».
« Certo se non vi lavate mai, c’è di che prendersi qualche brutta infezione », commentò Desirée varcando la soglia della torre ed entrando in una delle tante grandi sale.
« Tu bella bimba non ci prendi sul serio e sbagli », la minacciarono.
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