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Malus.I. Lo scoccare delle ore, 13.

Malus.I. Lo scoccare delle ore, 13.

sabato 10 settembre 2011

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Il Principe della Notte ascoltava sinceramente annoiato, reprimendo uno sbadiglio, commentò.
« Questa non è farina del vostro sacco, ripetere semplicemente quello che avete sentito dire nel vostro mondo senza neanche averlo capito. Voi attribuite tropo valore a fenomeni della natura come la morte e vi fate trascinare da suggestioni mentali e miti di gloria ben superabili… ». Desirée non si dava per vinta facilmente, perciò dato che aveva preso la strada della filosofia, pensò di contrattaccare con la pietra miliare del pensiero Occidentale: Cartesio.
« Penso, quindi sono ». Malus però la guardò con sufficienza e sopportazione, dicendo.
« Ma… perché, questo voi lo chiamate pensare? ».
E dopo aver mormorato alcune parole misteriose puntò l’indice su Desirée, che fece appena in tempo ad emettere un grido soffo­cato, prima di rendersi conto di es­sere stata vittima di un incantesimo.
« Che è successo? Che mi hai fatto? »
« Ho risolto il vostro, se pure sarebbe più appropriato dire: ciò che voi credete essere il mio problema », ri­spose con aria flemmatica e resosi conto che Desirée non capiva, aggiunse.
« Signora, vi ho trasformato in un guerriero… maschio, in tal modo non sarò costretto ad uccidere un fragile essere inferiore, ma un mio pari, il ché renderà la mia vittoria indiscutibile, e in aggiunta mi consentirà di divertirmi un po’.»
Desirée intanto si guardava le mani e le gambe, incredula di non avere più il suo corpo.
« Vuoi dire che io adesso sono un uomo? », non poteva essere vero, un conto era cambiare i vestiti, un conto la persona, era così potente come mago?
« Certo », ma vedendo che Desirée non riusciva ancora a capacitarsi del cambiamento, con uno schiocco di dita le fece apparire davanti uno specchio. Desirée guardò sbigot­tita l’immagine riflessa, vide dinanzi a sé un giovane uomo dalla figura slanciata, i capelli lunghi legati sulla nuca, con indosso una splendente armatura dorata dalla quale uscivano i seguiti di un abito rosso fuoco.
« Mia signora, posso permettermi di farvi notare che nessun uomo d’armi controllerebbe con tale cura che l’armatura ricada senza fare difetto sul fondo schiena? »
Colta sul fatto, Desirée si voltò di scatto con un certo im­barazzo e sorridendo disse.
« Io sono più carino di te ».
« Difficile, comunque decisiva in un duello non è certo la bellezza, quello è un campo di battaglia femminile, decisamente inutile ».
Rispose alzandosi e poggiando la mano sull’elsa della spada che por­tava a fianco. Solo allora Desirée si rese conto che Malus non indos­sava la sua solita lunga tonaca, ma un corpetto di camoscio con dei pantaloni blu scuro. Scendendo i gradini del trono mormorò alcune parole e gli comparve indosso un imponente armatura dal colore della Luna nelle notti d’inverno.

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