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Malus, I. Lo scoccare delle ore, 10.

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 10.

giovedì 28 luglio 2011

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« Elfi neri cattivi? » s’informò intanto qualcuno alle sue spalle.
« No, stronzi » rispose 32 raggiungendo Desirée.
« Però carino, un po’ dark però carino, pare che ci stiano anche i nani e altre creature », commentò Desirée. Gli specchi mostravano scene di un bel paese, forse un po’ autunnale, con poche ma belle architetture in stile gotico, molte case erano state ricavate negli alberi o anfratti di roccia ed erano davvero graziose e originali.
Un po’ più avanti c’era un altro cerchio, i mostri l’avevano subito individuato e ritenuto innocuo ci stavano saltando sopra, era l’Alfheimr, il paese degli Elfi. I mostri rimasero a bocca aperta, ogni cosa in quel luogo era semplicemente bella, rarefatta e unica, persino l’aria sembrava più splendente. Aveva diverse città di preziosa pietra bianca leggiadra e vetro colorato, alcune erano erette tra alberi giganteschi e sembravano galleggiare nel vuoto, o nascere dal mare calmo e trasparente, o ancora fondersi con le sorgenti cristalline che le circondavano.
« Sembra anche un posto bello caldo » osservò 27 attirando l’attenzione di tutti gli altri che con la loro grinzosa pelle in quel tetro castello erano sempre infreddoliti.
« Bello e caldo ». Disse estasiato 11.
Intanto Desirée aveva adocchiato un altro mondo che prometteva di essere ancora più bello « Anvwyn, impronunciabile ma fatato », toccò con la punta del piede il regno delle fate e nella sala si diffuse un lungo « Oooohh » dei mostriciattoli incantati con la testa in su ad ammirare gli specchi, sembrava la bella copia fiorita ed in miniatura del paese degli Elfi, e si vedevano anche svolazzare le fatine, altri « Ooohh », erano davvero graziose, poco più grandi degli stessi fiori, tra i quali svolazzavano leggere.
I loro palazzi sembravano d’argento e vetro e s’intrecciavano con i più bei fiori, al punto che era difficile distinguere tra la vegetazione, i riflessi di luce e ciò che era stato edificato da mano di fata. Poco distante c’era un puntino luminoso che sembrava sospeso tra la Terra di Mezzo ed il regno delle fate, il suo nome lo circondava come una corona. Desirée sorrise piacevolmente sorpresa.
« Credo che questa sia la mitica Avalon », si chinò e la sfiorò con la punta delle dita, la vide illuminarsi spiegandosi sugli specchi come un ventaglio, più chiara e limpida della visione degli altri mondi. Ai mostri piacque molto, aveva solo qualche rado accenno di costruzioni, era la natura ad essere sfacciatamente bella in quell’isola incantata. I mostri rimasero a bocca aperta, ma Desirée arricciò il naso.
« Fate a grandezza naturale, non mi piace, queste sembrano un tantino stronze »
« No stronze, belle » la corresse 27, toccato dalla bellezza delle creature che vedeva.
« Belle stronze », precisò a sua volta 42.
« Già, ma fidarsi delle fate, sono false », puntualizzò 48.
Su uno specchio era apparsa una donna, il volto era un po’ sfocato dalla corrosione degli specchi ma si capiva che doveva essere di straordinaria bellezza e grazia, su un luminoso abito bianco portava un ampio mantello di velluto di un blu così intenso da ricordare le ali degli uccelli.
« La Dama di Avalon » disse lentamente Desirée studiandola con sospetto e interesse « Così è questo il suo aspetto ».
« Chiedo venia nostra Signora » era 27 « Non avrai intenzione di confrontarti con quella bella dama? »
« Per il suo bene spero di no » rispose gelida Desirée.
« Confronto non regge » aggiunse qualcun altro sputando per terra.
Desirée alzò incurante le spalle.
« Dipende da cosa si vuole, e non penso che possiamo avere gli interessi », ma la guardava con diffidenza.
« Questo è poco ma sicuro » sentenziò 32.
« Volendo anch’io sono carina, ma voi non mi fate tanti bei complimenti », commentò distrattamente Desirée continuando a fissare la Dama di Avalon, seguì un significativo quanto imbarazzante silenzio. « Dimenticavo che la gentilezza non è il vostro forte. Qui vicino al Midgard c’è un altro pallino simile ad Avalon, vediamo cos’è ».
Gli specchi mostrarono una lunga sequenza di grandi sale spoglie e buie.
« Casa » dissero senza troppo entusiasmo i mostriciattoli. Effettivamente a confronto con la straordinarietà degli altri regni e mondi, compreso il fuoco del Muspellheimr, Nachtfels appariva insignificante, tristemente vuota.

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