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02/2012

riflessioni Woody Allen

venerdì 24 febbraio 2012

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Si vive una sola volta.
E qualcuno neppure una.

Woody Allen

Malus I. Il drago, 15

giovedì 23 febbraio 2012

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La malattia si stava rivelando più pericolosa di quanto avesse immaginato, oltre ad intontirlo, stava fiaccando la volontà, ormai sapeva che non doveva sottovalutarla, non poteva permettersi altre debolezze o cali d’attenzione, doveva assolutamente restare attento e lucido. Ordinò alle guardie di por­tagli i libri delle piante medi­che, aveva capito che cosa cercare. Con grandi sforzi riuscì a mescere una medicina che avrebbe dovuto aiutarlo a guarire il più presto possibile. Quello, come gli aveva fatto giustamente notare Desirée, era il momento meno adatto per stare male, non poteva permet­tere che un suo malessere rendesse vani gli sforzi di decine di generazioni.
Per fortuna dopo circa un'ora cominciarono a farsi sentire gli effetti benefici della pozione e finalmente si addormentò esausto, ma la febbre non era scesa di molto e seguitava ad essere pervaso da brividi. I sogni erano confusi, agitati, tormentati dalle fi­gure degli antenati spettrali, che si ergevano su di lui quali giudici implacabili, dai mostri creati da lui stesso e da Desirée. D'un tratto la vide dinanzi a sé con gli occhi sbar­rati, vitrei, il petto squarciato, da cui lui stesso aveva estratto il cuore, l’abito bianco imbevuto di sangue. Il cuore batteva ancora nelle sue mani. Con un gemito si svegliò, provava un dolore lancinante allo stomaco, era stato un crampo a trarlo dal sonno.
Si sedette sul letto cercando di riprendere coscienza di sé e di allonta­nare dalla mente l'incubo. Il bellissimo seno che aveva avuto così vicino palpitante: dilaniato… il cuore, aveva la nausea, il senso di vomito si fece più intenso.
« Sta tentando di intenerirmi, non mi farò ammaliare da un Rankarth, anche se è la più stupenda creatura di quella maledetta genia di sciacalli », disse tra sé strisciandosi indietro i capelli grondanti di sudore « Sto semplicemente delirando per via della febbre, con quel bacio voleva irretirmi, era una trappola. Solo la stupida trappola di una fanciulla disperata » si lasciò ricadere sul cuscino, sollevato per essere riuscito a svegliarsi, la ragione lo stava difendendo dagl’incubi, dominava le sue paure, lo riportava alla rassicurante realtà, tastò le lenzuola per sincerarsene, stringendole tra le mani si distese inspirando profondamente.
Il crampo che lo aveva strappato al sonno delirante, era passato, ma non l’agitazione che durò ancora qualche ora, finché lentamente le sue angosce scomparvero, persino il respiro tornò a essere regolare.

Riflessioni, amore

martedì 21 febbraio 2012

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Lo spreco della vita si trova nell'amore che non si è saputo dare,
nel potere che non si è saputo utilizzare,
nell'egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che,
evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità.
O. Wilde

Riflessioni acqua e sangue

sabato 18 febbraio 2012

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Volevamo proporre una bella frase, che per contenuto potrebbe essere del nostro velenoso narratore, il giullare matto, che ce l'ha sempre col suo sangue sulle suel mani...
La citazione non è del nostro autore, ma è di grande effetto.

Preferirei avere del sangue sulle mani, piuttosto che dell'acqua come Ponzio Pilato.
Graham Green

Commento e piccolo indizio

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Ciao Gentile Lettore.

Abbiamo visto che il narratore, che come voi sapete non ci è molto simpatico, pensa di raccontare un giallo, e sparge indizi e parti importanti e destra e a manca, senza evidenziarle in alcun modo, perciò abbiamo pensato di farlo noi.
Alcuni post addietro è stata detta da Desirée una frase cruciale da tenere bene a mente, tornerà anche in seguito.
- Dubbita di tutto, ma non dubbitare del mio amore- (per inciso è la citazione di un grande poeta del vostro mondo, ha scritto Romeo e Giulietta, da cui questa frase è tratta).
Non è da sottovalutare, non è stata detta a caso.

Galileo e l'infinito

sabato 11 febbraio 2012

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Galileo si occupò approfonditamente dell’infinitamente piccolo, utile per lo sviluppo della dinamica, nell’opera “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze” pubblicata nel 1638, pochi anni prima della morte. Meno nota del “Discorso sopra i due massimi sistemi del mondo”, ma non meno importante, segnò nell’ambito dell’infinito  un punto di svolta rispetto alla tradizionale filosofia aristotelica. Dove, ad essere precisi, Aristotele stesso aveva ammesso che l’infinito crea problemi (paradossi) sia negandolo che affermandolo, bisogna inoltre tenere presente che, data la problematicità posta dalla datazione degli scritti aristotelici, è difficile riuscire a stabilire chiaramente quale fosse la posizione aristotelica, tanto più che le sue definizioni di infinito potenziale ed il atto non sono del tutto chiare e prive contradizioni intrinseche, che portarono il filosofo a fare delle affermazioni decisamente imbarazzanti per la grande mente quale era.
Potremo dire che Galileo fu il primo scienziato a toccare l'infinito in atto. Convinto atomista sia per quanto concerne la fisica che la matematica, assunse il continuo come assodato, identificandolo con la retta geometrica, definendo quest'ultima come composta da infiniti “primi”, elementi privi di estensione,  infatti, per essere divisibile il continuo deve essere composto da parti infinite, che non possono essere “quante” quindi di grandezza finita, perché in tal caso non si avrebbe un’estensione infinita, ma indivisibili. Annulla quindi implicitamente il concetto di infinito potenziale, lasciando solo quello in atto.  A questo proposito egli stesso commenta “che questo sia in atto o in potenza fate come più vi piace”. Dietro questa apparente indifferenza galileiana alla categoria d’appartenenza dell’infinito, si cela il definitivo superamento dell’idea di "infinito in atto" come formulata da Aristotele, che nel nuovo intendimento scientifico non aveva più ragion d’essere e che a ben guardare non l'aveva avuta nemmeno presso i matematici dell'antichità, fatta eccezione per Euclide e forse Eudosso.
Nell’ambito dello studio sugli “infiniti” Galileo compie un passo ancora più importante,  introducendo un nuovo modello d’infinito, ottenuto elaborando il rapporto “uno a uno”, la cosiddetta corrispondenza biunivoca tra i numeri ed i loro quadrati, così facendo dimostrò, che ci sono tanti numeri quanti quadrati, mettendo in relazione due insiemi infiniti, o meglio l’insieme dei numeri interi con il suo sottoinsieme composto da quadrati,
1 ↔ 1
2 ↔ 4
3 ↔ 9
… …
n ↔ n2
… …
Scoprendo in tal modo una proprietà importante dell’infinito, e cioè che un insieme infinito può essere uguale ad un suo sottoinsieme che ne comprende solo una parte e non la totalità; ciò era in aperto contrasto con quanto postulato da Euclide, in base alla semplice evidenza logica che una parte è minore del tutto. Galileo tuttavia non si spinse fino ad affermare che i due insiemi fossero uguali, ma si limitò a fare dire a Salviati: “Gli attributi di eguale maggiore e minore non hanno luogo ne gl’infiniti, ma solo nelle quantità determinate”. Capì, ma non ebbe il coraggio di fare il passo decisivo,  preferì essere prudente nell’esplorazione dell’infinito ed non inoltrarsi oltre nell’argomento, abbandonando la ricerca ad uno stadio precedente quello raggiunto dal suo maestro Archimede.
Le perplessità galileiane sul paradosso messo in luce, furono risolte poco tempo dopo da Cartesio, il quale comprese che il paradosso costituiva una caratteristica pensabile per ogni insieme infinito. Gli insiemi infiniti non potevano che trascendere ed essere al di fuori degli schemi e regole del finito e degli insiemi finiti, capovolgendo così l’intero approccio tradizionale all’infinito, prefigurando la matematica moderna, che giungerà a definire il finito in base all’infinito.
La prossima volta vedremo come Archimede si diverte a fare vere e proprie capriole con l’infinito, e quanto grande ed incolmabile fosse ancora la distanza tra maestro e allievo.

Riflessioni

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Beati coloro che si baceranno sempre
al di là delle labbra,
varcando il confine del piacere
per cibarsi dei sogni.
A.Merini

Riflessioni

venerdì 10 febbraio 2012

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Non hai veramente capito qualcosa, finchè non sei in grado di spiegarlo a tua nonna.


Malus I. Il drago, 14.

martedì 7 febbraio 2012

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« Come fai a sapere come dovrebbero essere le donne, se non hai mai visto nessuno? »
« Volete andarvene?! » gridò esasperato, aggiungendo a mezza voce « L' ho letto sui libri »
« Ah ecco. E non hai letto nei tuoi dotti libri, che noi donne siamo degli esseri molto sensibili e volubili, pertanto ci offendiamo terribilmente se qualcuno ci caccia dal suo letto dopo che noi abbiamo avuto l’immensa e divina gentilezza e compia­cenza d’entrarvi ? »
« Voi non siete nel, ma sul mio letto, oltre a ciò non vi allon­tanerei subito ... ».
« Questo non è leale, adesso contrattacchi addirittura in que­sto campo, devi stare veramente male ». Malus chiuse gli occhi esausto, non sapeva più che dire per liberarsi. La sentì muoversi, forse stava andando via, ma la percepì più vicina, pericolosamente vicina, aprì gli occhi, era piegata su di lui, percepì il suo respiro come una fresca brezza sulla pelle accalcata, si stava chinando su di lui, ma un attimo prima che le labbra si potessero toccare, la lama di un pugnale si poggiò sotto il mento della ragazza.
« Per favore, non sottovalutatemi fino a questo punto », premette più forte il pugnale « Mi avete sentito? » le loro bocche erano troppo vicine, respirava la sua stessa aria. Gli occhi erano fissi gli uni negli altri, per un attimo a Malus sembrò di scorgervi mondi lontani di inspiegabile bellezza, ma fu solo uno sfarfallio della vista dovuto alla febbre. Il pugnale alla gola l’aveva fermata, ma non intimidita, la vide scendere su di lui strusciando lentamente il ventre sul suo.
« Tu cosa senti? » Malus non rispose, ma la pressione della lama sulla gola vacillò, le labbra si sfiorarono, le sue tremarono. Desirée piegò lievemente in dietro il capo in modo da sfuggire al pugnale, poi, mentre con una mano slacciava lentamente il corpetto, senza mai staccare da lui lo sguardo, lo riabbassò e baciò la lama del pugnale e mordicchiandosi leggermente il labbro si ritirò come pregustando il sapore che poteva avere Malus.
« Andatevene », lo sguardo era decisamente minaccioso, la trappola era fallita, Desirée si ritirò.
« Buona Notte », e scendendo dal letto, concluse « Nella vita bisogna pure prendersi qualche piccola soddisfazione ». Malus invece era invelenito.
« Mi sembra che in queste occasioni si usi dire… puttana! »
Desirée rispose con un radioso sorriso.
« In tal caso caro Principe della Notte ti accontenti veramente di poco », ed uscì chiudendo la porta alle spalle, per la rabbia Malus conficcò il pugnale nella spalliera del letto.

Il nome del nostro autore

sabato 4 febbraio 2012

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Il nome del nostro autore

Da un po' di tempo volevamo parlavi del nome del nostro autore. I più attenti lettori avranno notato che è cambiato, è diventato più lungo con l'aggiunta di Scholten.

Questo cambiamento a lungo rimandato per motivi affettivi, si è reso dolorosamente necessario inseguito a squallide e bassissime calunnie ideate dai colleghi del nostro autore per colpirlo come studioso. A noi sembra difficile che si possa pensare di riuscire a fermare la scienza e la cultura col fango, ma ci sono alcuni sempliciotti che ne sono convinti.

Comunque sia, dato che gli attacchi certamente non cesseranno, anche perché il nostro autore non ha nessuna intenzione di cedere difronte agli abusi di potere, sta pensando di cambiare definitivamente nome, non perché ai suoi nemici manchi la perfidia d'inventarsi dell'altro, cosa che sicuramente hanno già fatto, ma per stimolare le loro menti ingessate ad esplorare nuovi orizzonti della diffamazione, se fossero stati un attimino più svegli, forse sarebbero riusciti loro a scrivere quello che ha scritto il nostro autore, forse.


 

Ci hanno detto che questo post è un po’ criptico,  lo sappiamo, ma è perché vogliamo dare a chi ha sbagliato, per ciò che rappresenta per  molti, un'ultima possibilità di fare un passo indietro, dare la colpa a chi veramente ce l’ ha e adempiere al suo dovere istituzionale facendo giustizia. Sappiamo che non accadrà, però gli diamo la possibilità che loro non hanno concesso al nostro autore. 

Riflessioni

venerdì 3 febbraio 2012

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Quando ti senti vincitore, hai finalmente ottenuto ciò che volevi schiacciando i più deboli e adesso ti senti intoccabile, realizzato, forse è il caso di guardare nello specchietto retrovisore:


Il Male chiama sempre il Male.

Il seguito di Malus

mercoledì 1 febbraio 2012

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Eccoli! Belli vero? Secondo indiscrezioni attendibili saranno loro i protagonisti del seguito di Malus.

Sarà la loro voce a risuonare nella notte incantata della Terra di Mezzo.

Naturalmente ci saremo anche noi.

ciao