Image du Blog confinianima.centerblog.net
Source : confinianima.centerblog.net

Malus I, Il messaggio 1

Malus I, Il messaggio 1

giovedì 17 febbraio 2011

| | |
Tempo addietro un vecchio druido e caro amico di nome Gilduin, ripensando a quanto era accaduto, paragonò la nostra storia ad un’antica leggen­da che narrava di due principi, che per via delle loro eccezionali gesta ricevettero dagli Dei l’immenso dono di potere esprimere un desiderio, entrambi chiesero l’eterna giovinezza e con questa l’im­mortalità.
Gli Dei però, nella loro somma saggezza, reputando tale dono troppo grande per dei semplici mortali, posero una condizione e pretesero in cambio da entrambi l’oggetto più prezioso che possedevano. Al più anziano chiesero la splendida spada Gramr, che gli aveva permesso di salvare le persone a lui più care. Al più giovane chiesero il fiore re­galatogli dall’amata al momento dell’addio, che egli stringeva ancora in mano.
Nessuno dei due principi consegnò agli Dei l’oggetto richiesto, probabilmente in quell’istante entrambi compresero la vanità del proprio desiderio, o forse il prezzo preteso dagli Dei era troppo alto persino per l’immortalità. Fu così che lasciarono i sacri antri del Wal­halla per fare ritorno alle loro lontane dimore.
Dopo di loro però, come nella nostra storia, si presentò agli Dei un giovane drago, il cui nome era Penumbra, offrì agli Dei la propria vita in cambio di un fiore… gli Dei gli sorrisero…

 

Il messaggio


Fu proprio il vecchio gilduin, il primo a comprendere che stava per accadere qualcosa di grave. All’epoca era il custode del santuario delle Quattro Querce, il sacro cuore pulsante del nostro mondo.
Il tempio delle Quattro Querce non fu eretto da mano umana, almeno è ciò che ci piace credere, fu un prodigio della natura stessa che fece nascere queste imponenti quattro querce ai bordi della collina in corrispondenza con i punti cardinali, creando in tal modo un luogo sacro di rara bellezza. L’Antico Popolo che abitava queste terre prima di noi veniva qua per adorare le quattro querce come se fossero divinità, non escludo però che questo luogo sia ancora più antico, alcuni dicono risalga al tempo dei costruttori dei cerchi di pietre, altri ancora agli stessi Wanen. Le querce sacre ormai sono le uniche custodi della verità. Qui è come se tutti gli esseri vegetali avessero un’anima che reagisce agli avvenimenti del mondo, compresi quelli umani, cambiando di colore, di specie vegetale e d’intensità a seconda di ciò che turba o allieta la nostra grande Madre, perciò quello che altrove sono le stagioni, qui sono le vicende del mondo, le sue gioie e i suoi dolori.
 La carica di custode è di grande prestigio, di conseguenza implica gravi responsabilità e tanta solitudine, ma è molto ambita dai venerandi saggi perché ricoprirla significa essere a diretto contatto con la Madre Terra e i suoi più intimi segreti.
Un ruolo nel quale si sono succeduti nei secoli alcuni tra i più illustri druidi, molto arduo da ottenere poiché elettivo e non sono gli uomini a scegliere, bensì il santuario stesso ricoprendosi di gigli bianchi quando il prescelto lo calpesta, quindi per gli ambiziosi è perfettamente inutile affannarsi per ottenerlo, gli è irraggiungibile, ma il vecchio Gilduin non era mai stato ambizioso, era un puro di cuore ed amava sinceramente il santuario.

Seduto davanti alla casa del custode seminascosta tra le gigantesche radici della quercia Sud il saggio Gilduin fumava tranquillamente la sua lunga pipa e si godeva la mattinata guardando da lontano i contadini della valle recarsi alla fiera lungo il sentiero che si snoda fiancheggiando il fiume

0 commenti: