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Malus I. Loscoccare delle ore, 2.

Malus I. Loscoccare delle ore, 2.

domenica 12 giugno 2011

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Dinanzi alla porta trovò come promesso una guardia, con una tor­cia accesa pronta a farle da guida, stava per tentare di comunicare con l’uomo ombra, quando fu distratta da un insopportabile fetore, si guardò in­torno, si rese conto che l’odore proveniva da un mostro simile a quello che aveva tentato di aggredirla sul cornicione.
« Io sarei l’interprete, le guardie non parlano », si giustificò il mostro vedendo che Desirée lo guardava con disgusto retrocedendo ed arricciando il naso.
« Il fatto di essere un mostro t’impedisce per caso di lavarti? »
« Certo, è contro l’etica professionale » s’intromise un altro mo­stro sbucando da dietro un pilastro insieme a di­versi altri, facendo escla­mare Desirée.
« Che schifo, sembra di stare in una fogna. Va bene, portatemi dal vostro pa­drone, ma per favore state lontani », volle concludere Desirée, renden­dosi conto di essere ormai circondata da una decina di mostri, ma uno di loro tenne a precisare.
« Bimba, guarda che tu sei nostra prigioniera, non ci puoi dare or­dini. » Desirée non poté fare a meno di notare i lunghi denti gialla­stri esibiti in tutto il loro fetore allo scopo d’intimorirla e la bava giallo verde che colava ai lati delle fauci. Qualcuno allungò minacciosamente le zampe avvi­cinando gli artigli alle morbide pieghe della gonna, ma poco prima di giungere a toccarla, alzò lo sguardo incrociando quello oltremodo minaccioso di Desirée.
« Voi non starete per caso cercando di sgualcire il mio bel vestito? »
I mostri rimasero un attimo a guardarla dubbiosi, poi spinsero avanti uno di loro, un po' più grosso, il quale dopo essersi schiarito la voce, s' informò.
« Nel qual caso questa sfortunata evenienza dovesse ve­rificarsi, in quali conseguenze potremmo incorrere, nostra graziosa signora? »
« L’annientamento totale: v’incenerisco », rispose Desirée con voce calma, fonda e apparentemente cordiale, ma molto credibile.
« Grazie, era solo un’informazione, tanto per sapere », disse il mo­stro ritirandosi nel gruppo, Desirée li guardava, divertita dalla lo­ro infantile credulità, intanto uno di loro precisava.
« L'annientamento totale è in palese contrasto con la nostra etica professio­nale».
Nel frattempo il guerriero ombra si era allontanato facendo strada.
« Davvero, e in che cosa consiste la vostra etica professionale? » domandò Desirée seguendoli lungo la scala buia che conduceva fuori dalla torre.
« Innanzi tutto siamo realmente molto pericolosi ...»
« Non è facile essere pericolosi, vero Signora? »
Desirée annuì.
« Zitto deficiente! Non m’interrompere. La nostra pericolosità è co­stituita nel caso specifico dal fatto che ci nutriamo di carne umana », e voltandosi fissò significativamente Desirée con la bava verdognola che gli colava dalla bocca, senza sortire l’effetto desiderato, perché lei invece gli domandò un po’ perplessa.
« Ma se io sono la prima persona ad avere messo piede in questo ca­stello, come fate a mangiare, è per questo che siete così ma­gri? »
« Che cosa c'entra questo! » Imprecò il mostro, continuando la spiegazione « Abbiamo ben tre file d’affilatissimi denti, tra i quali meritano particolare men­zione i lunghi canini, che possono raggiungere la lunghezza di ben dieci centimetri, una potenza mandibolare che ci permette di recidere anche l’acciaio. I nostri artigli sono più taglienti dei rasoi e più velenosi di un morso di vipera, basta un taglietto per morire avvelenati, lo stesso vale per gli aculei della coda ».
« Certo se non vi lavate mai, c’è di che prendersi qualche brutta infe­zione », commentò Desirée varcando la soglia della torre ed entrando in una delle tante grandi sale.
« Tu bella bimba non ci prendi sul serio e sbagli », la minacciarono.

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