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Malus, I. Lo scoccare delle ore, 10.

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 10.

domenica 31 luglio 2011

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Gli specchi improvvisamente fecero vedere un rumoroso banchetto che esaltò i mostriciattoli, che esclamarono all’unisono.
« Mangiare! », ma Desirée lo guardò con un’alzata di sopraciglio.
» Perché Bimba non piace banchetto? » domandò preoccupato 48, anche gli altri tacquero temendo il peggio.
« Dieta? » suggerì speranzoso 16.
« Noi banchetto bello » strillò 11, mentre gli altri la fissavano mordicchiandosi le dita per il nervosismo.
« Mah, per partecipare a quel banchetto lì, temo si debba essere morti ».
« Quelli tutti morti? » s’informò sottovoce 11, sfuggendo al dilagante sconforto.
« E pure in modo eroico », rispose annuendo Desirée.
« Cos’è un eroico? » domandò 42, non era facile dare una risposta, non aveva mai realmente riflettuto sul concetto di eroe, era una ragazza e infondo quelle erano cose da uomini alle quali non aveva mai dato molta importanza, per cui sintetizzò brevemente.
« Credo che si tratti di farsi ammazzare mentre fai qualcosa d’importante in guerra » I mostriciattoli la guardarono con grandi occhi gialli dimenticando di chiudere la bocca lasciando scorrere lunghe fila di bava sul pavimento.
« Quindi non la finisci nemmeno? La guerra voglio dire » disse 16 che fu il primo a riprendersi.
« No, ma gli altri se ne ricordano e diventi un eroe ».
« Di grazia, importante in che senso » domandò timidamente 27 temendo il contenuto della risposta.
« Che ne so, combattere da solo contro cento o mille giganteschi orchi, cose del genere » 16 per l’impressione si strisciò le mani in faccia spalmandosi addosso tutta la bava.
Là vicino c’era il Vannaheimr, ma non le interessava vedere altre dimore divine, la vista della bellezza e serenità della Dama di Avalon le aveva rovinato l’umore, per cui si diresse verso il fondo della sala dove si trovava un portale scolpito nello zaffiro stupendamente decorato con animali avvinghiati tra di loro, che face­vano da cornice ad una massiccia porta ricoperta da lastre d’argento annerito dalla forma circolare della Luna, ai suoi lati i lupi Hati e Skoll rampanti incisi nella pietra della parete la reggevano con le zampe.
I piccoli mostri dovettero usare tutta la forza per riuscire a smuovere un battente quanto bastava per permet­tere a Desirée di passare, mentre loro stessi, non avendo il permesso d’entrare, dovettero restare fuori.
« Ma perché cavolo uno dovrebbe battersi da solo contro cento Orchi? » esclamò 32 mentre lei stava varcando la soglia, l’umore di Desirée peggiorò, in fondo era la situazione in cui si trovava lei stessa.
« Perché sono cose che possono succedere nella vita » e prima che potessero obiettare o fare qualche stupido commento volle chiudere la porta dicendogli.
« Crescete! » ma urla di puro terrore la trattennero, si affacciò, stavano saltando disperatamente in tutte le direzioni possibili. 27 immobilizzato dalla paura accanto alla porta ripeteva tremante « Inferno, inferno ».
« Ma non vi avevo detto di stare attenti? Ci avete messo lo stesso i piedi? »
« Noooo, caduta saliva » balbettò 42.
« E pulitelo no? Così smette » disse Desirée chiudendo velocemente la porta prima che qualcuno le chiedesse come si pulisce l’inferno, dicendo tra sé « Ma si può sbavare sull’inferno? Solo a loro può succedere una cosa simile », si voltò verso l’interno e restò senza fiato.


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